Ocse: ogni classe diventi da Tuttoscuola, 16.11.2013 Il Piano nazionale scuola digitale “non ha prestato sufficiente attenzione all'ambiente di lavoro dei docenti, che dovrebbe essere il più possibile omogeneo tra le classi. Obiettivo irraggiungibile se si permane in una logica di laboratori separati. Ogni classe deve quindi diventare un laboratorio multimediale, facilitando così il processo di apprendimento degli studenti da un lato e di confronto tra i docenti dall'altro”. Lo sostiene Francesco Avvisati, analista delle politiche alla direzione Istruzione dell’Ocse, presente agli incontri 'Scuol@ 2.0: Così è se vi pare!' promossi alla Fiera di Genova in occasione di Abcd, il Salone italiano dell'Educazione, come riferisce l’agenzia Dire. La Scuol@ 2.0 è un “laboratorio per sperimentare l'avanzamento digitale e l'innovazione tecnologica. Certo, l'uso delle tecnologie digitali non è la risposta diretta ai problemi della scuola italiana – precisa - ma serve a migliorare i processi di apprendimento e di insegnamento". Scuol@ 2.0 è partito dalla “motivazione dei docenti più preparati - prosegue Avvisati - impegnati a creare nuovi contenuti nella didattica per valorizzare le competenze e creare una cultura condivisa, spesso carente tra gli insegnanti italiani abituati a vivere ogni classe come un'isola”. Poi chiarisce: “Uno dei meriti del Piano nazionale è quello di essere partito appunto dalla volontà dei docenti più motivati a favorire un cambiamento culturale nella scuola. Adesso però dobbiamo superare questa fase, che ha coinvolto pochi insegnanti, per poter impegnare tutti i docenti e tutto il mondo scuola”. A Francesco Avvisati, che ha curato il recente studio Ocse sul piano nazionale italiano per la scuola digitale, il Forum Abcd di Genova ha affidato il ruolo di portare al pubblico partecipante gli esempi internazionali: "A livello macro, non solo in Europa ma in tutto il mondo, la più grande tendenza innovativa nella scuola è lo sviluppo delle tecnologie digitali e l'Italia è in ritardo”, ha detto. E innovazione significa “portare la tecnologie all'interno di ogni aula. Non mancano negli istituti i laboratori multimediali - ricorda l’analista - ma è diverso avere una tecnologia di aula che possa supportare la didattica dei docenti. Pensiamo alle interrogazioni: esiste ancora il docente che chiama lo studente alla cattedra e il resto della classe che resta in disparte. Le tecnologie digitali permettono invece un apprendimento dell'insieme classe, incentivando la collaborazione”. In Europa i Paesi più progrediti in questo settore sono Gran Bretagna, Danimarca e Paesi Bassi. Nel mondo invece emergono le nazioni asiatiche, la Turchia e la Thailandia. “L'Italia come la Grecia, avendo vincoli di bilancio, progredisce lentamente. Anche la Francia non è in prima linea - conclude l’esperto dell'Ocse - però inizia a riflettere sul come colmare questo ritardo e avviare le riforme necessarie a realizzare una scuola digitale”. |