Lettera. I deboli da difendere
sono gli insegnanti della scuola statale

di Vito Carlo Castellana, Orizzonte scuola 20.11.2013

inviato  - Gentile Sottosegretario Rossi Doria, ieri a Bitonto (BA) l'ho ascoltata con attenzione, ma devo dire anche con tanta tristezza nel cuore. Lei ha parlato del fatto che la scuola deve aiutare i più deboli e deve permettere a tutti di raggiungere i più alti vertici dell'istruzione. Lei ci ha raccontato di finanziamenti per l'edilizia scolastica, per il diritto allo studio, per il wifi. Ci ha detto che si procederà con l'immissione in ruolo dei docenti di sostegno e con un piano triennale di assunzioni.

Tante belle parole, con le quali in realtà ha mortificato le mie aspettative. Perché è facile a parole essere vicini ai più deboli, molto più DIFFICILE farlo. Quando si nega la monetizzazione delle ferie ai colleghi precari si fa solo del male ai più deboli. Già, perché quella mille euro scarsa serve per sopravvivere, non certo per arricchirsi.

Quando lei dice che a tutti deve essere permesso di raggiungere i massimi vertici dell'istruzione dimentica che oggi, per diventare insegnanti, si deve pagare e tanto, senza alcuna esenzione per merito e per reddito (PAS, SSIS, TFA). L'edilizia scolastica, il wifi, tutte belle parole, ma a guardare le cifre stanziate dal governo si scopre che poco o nulla si potrà fare.

Voglio aggiungere che non è possibile bloccare per anni gli stipendi ad un intera categoria, sottopagarla e poi chiedere continuamente più lavoro. Ha parlato di immissioni in ruolo, importanti sì, ma il suo governo le fa a costo zero, si blocca lo stipendio dei neo immessi per ben nove anni!

Di fronte alla collega che nel dibattito le ha fatto notare l'inconsistenza di iniziative come quella dei BES, lei ha banalmente risposto che questi alunni ci sono sempre stati. Io le rispondo ancor più banalmente che proprio per questo non si sentiva l'esigenza di avere nuove "carte" da compilare.

Vogliamo tornare ad essere INSEGNANTI, invece ci avete solo umiliato con modulistica da compilare e con prove INVALSI (scritte e ideate da altri) da tabulare, di correzione non si può parlare. Devo poi ricordarle della legge Fornero, soprattutto a lei che è stato "maestro di strada" e sa bene cosa significhi star dietro ai ragazzi e quando impegno fisico ci voglia. È mai possibile che si debba restare a scuola fino a 67 anni?

Nel dibattito ho notato che tutte le volte che si è trovato in difficoltà si è trincerato dietro al debito pubblico. La sua però è stata una difesa debole, non può chiedere sacrifici sempre e solo agli stessi, perché un governo fa delle scelte politiche. Il debito pubblico non esiste quando si tratta di intervenire a favore di Banche o Alitalia oppure per comprare sommergibili e cacciabombardieri. Nella stessa scuola, il debito pubblico non esiste quando bisogna formare i D.S. dei futuri licei sportivi in crociera verso Barcellona o quando bisogna affidare gli incarichi delle pulizie a cooperative esterne.

Siamo seri e ricominciamo davvero ad investire nella Scuola e a costruirla con quelli che quotidianamente ci lavorano dentro, difendiamo la Scuola Statale, unico presidio di laicità e di libertà rimasto in questa nazione!