Classe-ponte di stranieri: da Tuttoscuola, 11.11.2013 L’esperienza bolognese della classe composta soltanto da alunni stranieri - che suscita polemica nel mondo politico, ma che forse è guardata con simpatia nel mondo della scuola - va considerata sulla base di almeno quattro aspetti, in funzione di una effettiva integrazione: la conoscenza della lingua italiana, l’insegnamento delle altre discipline di studio, la relazione con i coetanei italiani, i tempi di inserimento nella classe ponte. La conoscenza della lingua italiana: i ragazzi stranieri che arrivano in Italia non conoscono la nostra lingua e, spesso, non conoscono nemmeno il nostro alfabeto (si pensi ai cinesi e agli arabi). La lingua, come si sa, è veicolo per le altre conoscenze. Il ritardo di possesso della competenza linguistica si riflette sul pieno possesso delle altre competenze disciplinari con rischio di compromettere i livelli generali di preparazione e di pieno successo scolastico. La full immersion linguistica delle classi ponte può assicurare i necessari livelli di alfabetizzazione della lingua italiana; livelli che diversamente con l’inserimento immediato nelle classi normali si raggiungono molto lentamente e, a volte, in modo parziale. L’insegnamento delle altre discipline di studio: a scuola gli alunni stranieri non devono apprendere soltanto la lingua italiana, ma devono approfondire, consolidare e ampliare le altre discipline di studio. Nelle classi ponte dove l’insegnamento della lingua italiana la fa da padrone non c’è spazio (o ce n’è troppo poco) per altri insegnamenti disciplinari, comunque avulsi da quelli delle classi di futura destinazione. Diversamente, con l’inserimento immediato nelle classi normali, conoscenza dell’italiano permettendo, gli insegnamenti delle altre discipline di studio sono assicurati. La relazione con i coetanei italiani: nelle classi ponte questa relazione è del tutto assente ed è rinviata al momento di inserimento nelle classi normali. Nel tempo potrebbe diventare un vulnus per una effettiva integrazione. I tempi di inserimento nella classe ponte: per un funzionale inserimento degli alunni stranieri nelle classi normali non è indifferente il tempo che essi trascorrono nella classe ponte. Un lungo tempo di permanenza nella classe ponte per l’apprendimento della lingua italiana può compromettere l’effettiva integrazione nella classe normale e ritardare la relazione con i coetanei italiani. Aspetti su cui riflettere. Una prima conclusione: l’idea del ministro Carrozza di attivare classi ponte solo nel pomeriggio, mantenendo i ragazzi stranieri nelle classi normali al mattino non sembra affatto peregrina. |