7 euro per un pacco cinese di registri di classe

di Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 22.11.2013

Sembra proprio che il famoso registro elettronico, per un motivo o l’altro, non riesca a decollare e così i cinesi, di fronte alla crescente richiesta di rubriche cartacee, si sarebbero attrezzati con le imitazioni.

Come è noto in molte scuole non è possibile accedere a internet in qualunque momento, per cui le operazioni di ordinaria amministrazione vengono rallentate o addirittura frenate per ore intere, cosicchè i docenti avrebbero pensato di attrezzati con i vecchi registri cartacei.

Senonché i presidi non possono fornire i tradizionali registri perché il Miur ha espressamente vietato di metterli a bilancio, e allora occorre arrangiarsi: come fare per non dimenticare voti, note e lezioni svolte?

Semplice, si dirà, basta riprendere il glorioso registro di carta. E invece di fronte ai costi, e considerando che ci sono docenti con più classi e troppi alunni, ci si è resi conto che si poteva arrivare a spendere fior di euro che in tempi di crisi è meglio risparmiare.

Pare addirittura che nelle cartolerie specializzate per comprare il numero necessario di rubriche scolastiche si possa arrivare a spendere anche 30 euro. Da qui il lungimirante fiuto della concorrenza e in modo particolare di quella cinese che ha messo in commercio interi pacchi di registri, perfettamente funzionali alla bisogna dei prof, al costo stralciato di 7 euro.

Qualcuno già sibila che fra non molto si possa implementare una sorta di mercato nero del registro di classe e personale, mentre tanti docenti, che ancora non hanno preso le giuste distanze con la tecnologia e per paura di esporre le loro carte, porterebbero ogni mattina la colazione, sotto forma di regalo complice, ai più esperti colleghi informatici per farsi mettere in ordine le loro pagine virtuali: potenza delle riforme.