"La mia aula ci cade in testa". Nel sito di Repubblica con le scuole anche due "microfoni aperti" per studenti e prof. E subito arriva il racconto in diretta di un soffitto crollato. Per fortuna di notte di Federico Pace, la Repubblica scuola 5.11.2013
Troppo spesso ignorate e inascoltate, le
voci della scuola trovano spazio sul sito di Repubblica@Scuola. Due
sono gli strumenti e gli spazi dedicati: Il microfono aperto
per gli studenti e Repubblica Intervista per i professori.
Sono bastati pochi giorni dalla partenza dell'iniziativa per
cominciare a ricevere post di denuncia dai ragazzi sul degrado dei
loro istituti, ma anche messaggi di stupore e meraviglia per quel
che apprendono nelle aule. E' bastato poco per ricevere tanti
interventi dei docenti che, dal "fronte", raccontano quali sono
davvero le condizioni in cui si trovano a lavorare e invocano le
autorità affinché intervengano per sostenere uno dei principali
pilastri della società.
Ma nelle aule delle scuole - oltre
alle disfunzioni - arrivano anche i problemi di tutti i giorni
che finiscono per cambiare l'atmosfera e gli umori dei ragazzi. Come
il dramma della disoccupazione. E' di pochi giorni anche il post
di Miry 96: "Io ho un fratello di 24 anni disoccupato.. Vederlo ogni
giorno triste perché lotta per ottenere un lavoro è bruttissimo..
Non si può ancora vivere con i soldi di papà. Ogni giorno, al
telegiornale, non si sente altro che notizie del tipo: si è dato
fuoco perché non aveva lavoro, si è sparato perché non aveva soldi
per mangiare.. E' una vergogna. Vorrei che cambiasse qualcosa in
questa società perché non se ne può più". Ma non basta ovviamente. Le condizioni economiche degli istituti stanno spingendo i professori sempre di più verso una una sorta di "volontariato" di fatto. "I docenti - continua Lamonaca - all'unanimità hanno deciso di continuare a lavorare alla scuola in cui credono anche gratuitamente, continuando a svolgere progetti che vanno ben oltre il monte ore contrattuale, continuando ad accompagnare i ragazzi a gite e uscite didattiche che ormai non sono più riconosciute economicamente, nonostante il carico di responsabilità che queste comportino. Tutto questo per il semplice fatto che non ci stiamo a dequalificare la scuola come sistematicamente ogni governo tende a fare". Anche la professoressa Lucia Niccolini del Liceo Statale Francesco Cecioni di Livorno chiede di "avere mezzi multimediali efficienti e maggiori risorse per la biblioteca". Enza Colatutto, insegnante all'ISI Liceo Machiavelli di Lucca invoca il ministro di "affrontare il problema dei Dsa (ndr. Disturbi specifici dell'apprendimento) e dei Bes (ndr. Bisogni educativi speciali) con competenza perché da soli senza aiuto e senza formazione adeguata non ce la possiamo fare". Maria Giovanna Russo dell'Istituto Professionale Cabrini di Taranto spiega che "noi docenti di un Istituto Professionale lottiamo ogni anno con una utenza che arriva con un livello di scolarizzazione bassissimo così come gravemente insufficiente risulta il livello delle competenze di base. Ovviamente l'impatto con una scuola che pretende dai suoi impegno nell'affrontare diverse discipline di insegnamento è devastante e questo spiega poi il tasso di abbandono altissimo".
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