"La mia aula ci cade in testa".
Le denunce in diretta su Rep@Scuola

Nel sito di Repubblica con le scuole anche due "microfoni aperti" per studenti e prof. E subito arriva il racconto in diretta di un soffitto crollato. Per fortuna di notte

di Federico Pace, la Repubblica scuola 5.11.2013

Troppo spesso ignorate e inascoltate, le voci della scuola trovano spazio sul sito di Repubblica@Scuola. Due sono gli strumenti e gli spazi dedicati: Il microfono aperto per gli studenti e Repubblica Intervista per i professori. Sono bastati pochi giorni dalla partenza dell'iniziativa per cominciare a ricevere post di denuncia dai ragazzi sul degrado dei loro istituti, ma anche messaggi di stupore e meraviglia per quel che apprendono nelle aule. E' bastato poco per ricevere tanti interventi dei docenti che, dal "fronte", raccontano quali sono davvero le condizioni in cui si trovano a lavorare e invocano le autorità affinché intervengano per sostenere uno dei principali pilastri della società.

IL SITO REPUBBLICA@SCUOLA

Su Repubblica@Scuola la mattina di pochi giorni fa, nella sezione Microfono Aperto, uno degli studenti-redattori (nickname 28teo00 ) ha inserito un post di denuncia molto chiaro: "La notte del 5 ottobre, sul mio paese, in provincia di Lucca, c'è stato un violento temporale con un vento molto forte. La mattina, come al solito, andammo a scuola. Alla prima ora avevamo educazione tecnica. Ma il professore non è mai entrato in classe. Essendo il responsabile della sicurezza venne chiamato per esaminare una situazione d'emergenza che si era presentata nell'adiacente scuola primaria. L'emergenza? Un muro costruito sul tetto era caduto sfondando il lucernario e cadendo nel corridoio del piano superiore. Sì, avete capito bene, un muro costruito sul tetto. Cosa ci faceva? Bisognerebbe chiederlo all'architetto o all'ingegnere che lo hanno progettato. Ci hanno detto che era un elemento "decorativo". Mah... il muro è crollato alle 4 del mattino... ci pensate se quel muro fosse crollato alle 11?"

Ma nelle aule delle scuole - oltre alle disfunzioni -  arrivano anche i problemi di tutti i giorni che finiscono per cambiare l'atmosfera e gli umori dei ragazzi. Come il dramma della disoccupazione. E' di pochi giorni anche il post di Miry 96: "Io ho un fratello di 24 anni disoccupato.. Vederlo ogni giorno triste perché lotta per ottenere un lavoro è bruttissimo.. Non si può ancora vivere con i soldi di papà. Ogni giorno, al telegiornale, non si sente altro che notizie del tipo: si è dato fuoco perché non aveva lavoro, si è sparato perché non aveva soldi per mangiare.. E' una vergogna. Vorrei che cambiasse qualcosa in questa società perché non se ne può più".

La voce dei docenti. Computer che non vanno, tagli che hanno ridotto a zero anche quel poco che c'era, poco supporto e il problema di un sempre più basso livello di scolarizzazione. Tanti gli interventi dei professori. Simona Lamonaca della scuola media Puecher di Milano racconta come sia "imbarazzante dover sempre focalizzare l'attenzione sui problemi economici, ma davvero non si contano più i tagli che sono stati fatti ormai da diversi anni alla scuola e la situazione è più che in emergenza". E in dettaglio racconta come l'aula informatica in cui lavora sia decisamente carente. "Abbiamo una ventina di computer - spiega Lamonaca - ma almeno un terzo sono inutilizzabili in quanto troppo vecchi per i nuovi sistemi operativi, lentissimi, ecc. I ragazzi sono abituati a risolvere ogni problema in modo immediato con un click e invece, come dico loro sdrammatizzando con ironia, la prima cosa che il laboratorio di informatica della scuola insegna loro è la pazienza".

Ma non basta ovviamente. Le condizioni economiche degli istituti stanno spingendo i professori sempre di più verso una una sorta di "volontariato" di fatto. "I docenti  -  continua Lamonaca - all'unanimità hanno deciso di continuare a lavorare alla scuola in cui credono anche gratuitamente, continuando a svolgere progetti che vanno ben oltre il monte ore contrattuale, continuando ad accompagnare i ragazzi a gite e uscite didattiche che ormai non sono più riconosciute economicamente, nonostante il carico di responsabilità che queste comportino. Tutto questo per il semplice fatto che non ci stiamo a dequalificare la scuola come sistematicamente ogni governo tende a fare".

Anche la professoressa Lucia Niccolini del Liceo Statale Francesco Cecioni di Livorno chiede di "avere mezzi multimediali efficienti e maggiori risorse per la biblioteca".  Enza Colatutto, insegnante all'ISI Liceo Machiavelli di Lucca invoca il ministro di "affrontare il problema dei Dsa (ndr. Disturbi specifici dell'apprendimento) e dei Bes (ndr. Bisogni educativi speciali) con competenza perché da soli senza aiuto e senza formazione adeguata non ce la possiamo fare".

Maria Giovanna Russo dell'Istituto Professionale Cabrini di Taranto spiega che "noi docenti di un Istituto Professionale lottiamo ogni anno con una utenza che arriva con un livello di scolarizzazione bassissimo così come gravemente insufficiente risulta il livello delle competenze di base. Ovviamente l'impatto con una scuola che pretende dai suoi impegno nell'affrontare diverse discipline di insegnamento è devastante e questo spiega poi il tasso di abbandono altissimo".