Istruzione e formazione professionale/1: da TuttoscuolaNews, n. 609 18.11.2013 “Perché nessuno si perda”. Questo il focus tematico del dettagliato appello in 10 punti a favore del rilancio dell’istruzione e formazione professionale (IeFP) lanciato dalla manifestazione svoltasi a Roma lo scorso 13 novembre, su iniziativa di ACLI, Compagnia delle Opere, Salesiani, associazioni cattoliche fortemente impegnate nel settore della formazione professionale. Molti i politici presenti: Raffaello Vignali, Luigi Bobba, Andrea Olivero, l’assessore lombardo all’istruzione e alla formazione professionale, Valentina Aprea, Maurizio Sacconi, il sottosegretario del Miur Andrea Toccafondi, il ministro del lavoro Enrico Giovannini. Un’occasione di analisi e di confronto sulle caratteristiche della formazione professionale e sui fattori strategici di un successo crescente di utenza (dai 23 mila studenti iniziali ai 280 mila attuali) e di risultati sia sotto il profilo dell’occupabilità che del recupero della dispersione scolastica. Risultati che sono stati puntigliosamente rivendicati dai relatori: Paola Vacchina, presidente ENAIP, Don Pier Fausto Frisoli, Responsabile dei Salesiani in Italia, Suor Anna Razionale, Responsabile delle Salesiane e presidente della Conferenza Interispettoriale Italiana, Gianni Bottalico, Presidente Nazionale delle ACLI e Bernhard Scholz, Presidente Nazionale della Compagnia delle Opere. Tutti hanno sottolineato la necessità di valorizzare “l’intelligenza del fare” che caratterizza i corsi di IeFP e che corrisponde ai talenti e alle vocazioni di tanti giovani, oggi mortificati dall’imposizione di un modello unico di tipo scolastico. Apprendere attraverso il fare è la cifra dell’IeFP, senza che ciò significhi trascurare l’acquisizione delle nozioni che fondano i diritti di cittadinanza degli allievi. Di questa cultura del lavoro ha bisogno anche il sistema produttivo nazionale, nel quale si registra, a fronte di alti livelli di disoccupazione, la paradossale irreperibilità da parte delle imprese di figure tecniche qualificate. L’IeFP ha altresì arginato la dispersione scolastica, che, come testimoniano i dati, con cruda eloquenza, rimane uno de maggiori problemi del nostro apparato di istruzione. Infine, è da sottolineare che il 16% degli alunni iscritti ai corsi IeFP sono stranieri, il che mostra la capacità di questo canale di produrre inclusione sociale. Abbandonare precocemente gli studi determina un costo in termini di competenze, un investimento mancato per il futuro. Una delle situazioni più preoccupanti rimane quella dei Neet, cioè i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. |