Pd e Sel all'attacco della classe
di soli stranieri a Bologna

da Tuttoscuola, 5.11.2013

"Come si pretende di fare integrazione in una classe di soli stranieri? È inevitabile che si parli di classe ghetto nel caso della prima media della scuola Besta di Bologna". Lo afferma il deputato del Pd, Edoardo Patriarca, componente della commissione Affari sociali.

"Sarebbe bastato distribuire i ragazzi stranieri per ogni classe, invece con la scusa dell'apprendimento della lingua italiana si è verificata una situazione a dir poco anomala. E poi sappiamo che le cose provvisorie in Italia alla fine diventano le più definitive - continua Patriarca in un comunicato - mi auguro che il ministero dell'Istruzione, ma anche quello dell'Integrazione, verifichino i motivi di questa scelta e se essa rispetta le normative".

Contraria alla soluzione adottata alla scuola bolognese anche la deputata del Pd e vice presidente della Commissione Infanzia e Adolescenza, Sandra Zampa, che commenta: "Una classe di soli stranieri, una classe ponte, è un assurdo. I bambini vanno accolti a scuola, come ovunque, tenendo conto della sovranità del principio, sancito nella Convenzione di New York e ratificata dal nostro Paese, che ci impone sia garantito, sempre, il superiore interesse del minore".

Sull’argomento, il deputato di Sel, Giovanni Paglia, ha presentato un'interrogazione al Miur "per sapere - annuncia il parlamentare - se si fosse a conoscenza di questo episodio e di eventuali altri casi analoghi e come il ministero intenda agire, nell'ambito delle sue competenze amministrative, organizzative e di controllo, per cancellare immediatamente quello che appare essere un pericoloso precedente, oltre che una violazione di norme e regolamenti".

Secondo Paglia, "qualunque sia la causa, non v'è dubbio che l'istituzione di una classe separata cui fare confluire ragazzi provenienti da diversi paesi e residenti in diverse aree della città, sia in contrasto con qualsiasi principio positivo di integrazione”. Per il deputato di Sel, insomma, "l'iniziativa autonoma di un dirigente non può ferire in questo modo il carattere necessariamente aperto della scuola pubblica, la sua missione primaria di formazione della cittadinanza democratica, basata sul principio di educazione al pluralismo e all'accoglienza. E' per tali motivi - conclude - che ci aspettiamo chiarimenti in merito ed una revoca della decisione".