Scuola media, per 600mila studenti
arriva la scelta delle superiori
di Alessia Camplone,
Il Messaggero
17.11.2013
Il futuro si decide a quattordici anni, anche a tredici. Da gennaio,
per un mese (le date precise devono essere ancora comunicate dal
ministero dell’Istruzione) si apre una finestra sulla vita che sarà.
Chi è all’ultimo anno della scuola media deve indicare cosa vorrà
fare dopo la licenza: liceo, istituto tecnico o professionale o
formazione professionale.
IL BIVIO
Per circa 600mila studenti il bivio è tra un passaggio
interlocutorio verso l’università o un diploma e una preparazione
che si rivolge già al mondo del lavoro. Con una disoccupazione che è
arrivata, secondo l’Istat, al 40,4% tra i giovani al di sotto dei 24
anni. Con la crisi che non si limita a colpire i redditi, ma che è
argomento di conversazione ogni giorno in famiglia, la formazione
tecnico-professionale viene sempre più apprezzata. Mettendo in crisi
il mito del liceo, che in Italia – soprattutto per il classico – è
sempre stato considerato lo studio “elevato”. C’è ancora qualche
settimana per decidere. Per l’anno scolastico avviato lo scorso
settembre, in testa alle preferenze sempre i licei (48,9%). Seguono
gli istituti tecnici, in recupero rispetto agli anni passati, con il
31,2% delle preferenze. Poi i professionali (19,9%). Al primo anno
di scuola superiore l’indirizzo del liceo scientifico si è
confermato il preferito (90.942 alunni). Piace anche il linguistico
(45.740 iscritti). Tra i tecnici il settore tecnologico ha la meglio
sull’economico. Così come negli istituti professionali l’ambito dei
servizi spicca su quello dell’industria e artigianato. In crescita
(più 4,4%) gli alunni che hanno scelto la formazione professionale.
I SEMINARI
In queste settimane già molti istituti si mettono in mostra per
attirare i futuri iscritti, con iniziative come “porte aperte” e
seminari di orientamento. Un po’ in tutta Italia ragazzi e famiglie
il sabato e la domenica possono verificare dal vivo quali sono i
laboratori, le offerte formative, parlare con gli insegnanti del
“dopo” possibile, mettendo in pista tutto: inclinazioni, desideri,
mercato del lavoro. Ci sono scuole che si fanno pubblicità con
linguaggio anche spregiudicato. “Studi tanto e fai il precario o fai
un corso e ti realizzi?”, è il messaggio-spot di un istituto di
Treviglio, provincia di Bergamo. Eppure le aziende cercano. E non
sempre trovano. Secondo l'Unioncamere, che ha curato con il
ministero del Lavoro uno studio sull’evoluzione della domanda di
impiego dal 2013 al 2017 e sulle competenze richieste, sanità,
assistenza sociale e servizi sanitari (+3,1%) avranno una buona
performance. Ma dovrebbe andare bene anche il settore
turistico-alberghiero, quello dei servizi alle persone, i
finanziari-assicurativi. Previsioni rosee pure per meccanica e
elettronica.
I DIPLOMATI
L’importanza di scegliere bene si comprende dopo. Quattro diplomati
su dieci si pentono della scelta fatta, secondo un sondaggio di
Almadiploma. Il 44% degli studenti, se potesse tornare indietro, al
momento dell’iscrizione alla scuola superiore cambierebbe indirizzo
di studio. La necessità di non sbagliare è confermata anche dai dati
sulla dispersione scolastica. Il maggior numero di alunni che si
“perdono” durante l’anno è proprio negli istituti professionali, in
quelli tecnici e nell’area dell’istruzione artistica. Quattordici su
mille lasciano definitivamente.