Usr, polemiche per gli accorpamenti in arrivo di A.G. La Tecnica della Scuola 12.11.2013 Fa discutere il progetto governativo, previsto dalla spending review, di far sparire gli Uffici scolastici regionali di Friuli, Umbria, Basilicata e Molise. Secondo il leghista Pittoni siamo al federalismo alla rovescia: così i costi aumentano, perché si ottimizza la spesa solo conoscendo il territorio. Sta facendo discutere la decisione, prevista nel testo di legge della spending review, di accorpare alcuni Uffici scolastici regionali: uno al Nord, quello del Friuli Venezia Giulia; uno al Centro, l’Usr dell’Umbria; due al Sud, quali Basilicata e Molise. Tra le prime reazioni negative, si registra quella piccata di Mario Pittoni, Capogruppo Lega Nord in Commissione Istruzione al Senato nella passata legislatura. Il quale rivendica il mantenimento dell’attuale assetto, con un Usr per regione. “Altro che accorpamento con il Veneto!”, tuona Pittoni. “Il Friuli-Venezia Giulia (ma vale per tutte le Regioni) deve semmai puntare a ottenere la competenza primaria in materia di istruzione e formazione, com'è già per la sanità. Come parlamentare, dal tempo della spending review di Monti ho utilizzato tutti i (pochi) strumenti a disposizione per rallentare, e possibilmente far saltare, un accorpamento che non può che incidere negativamente sul livello qualitativo del nostro sistema scolastico”. Secondo Pittoni non vi sono dubbi: “siamo al federalismo alla rovescia, che i costi li aumenta anziché diminuirli, in quanto si può ottimizzare la spesa solo conoscendo il territorio. Dobbiamo ‘spingere’ sul principio di responsabilità come, per quanto riguarda l'FVG, già avviene nella sanità”. Il leghista, inoltre, non comprende quale sia stato il criterio di scelta adottato dall’amministrazione per decidere gli accorpamenti. “Qualcuno mi deve poi spiegare perché la Liguria sì e il FVG no. Giusto lasciare autonomia alla Liguria, ma altrettanto corretto mantenerla a una realtà “particolare” come quella del Friuli-Venezia Giulia, con un sistema scolastico che prevede corsi plurilingue in relazione alle tre lingue minoritarie presenti sul territorio, riconosciute e tutelate dalla legge 482 del dicembre 1999. Non vorrei che il trattamento diversificato dipendesse da questioni interne al Pd...”, conclude in modo sibillino l’ex capogruppo al Senato. |