Arriva la troika nella scuola: il Batman della sala insegnanti, 14.3.2013 Fuori tempo massimo. L’ineffabile ministro Profumo ha voluto lasciare il segno del suo passaggio dopo essersi dedicato con dedizione, e con effetti deleteri, ai concorsi, alle innovazioni tecnologiche e ai registri elettronici, approvando fuori tempo massimo il nuovo regolamento sulla valutazione. Su tale tema abbiamo già pubblicato diversi interenti critici ma ricordiamo le principali novità:
E' il ministero a emanare con periodicità almeno triennale le priorità strategiche della valutazione del sistema educativo di istruzione, con linee guida adottate d'intesa con la Conferenza unificata previo concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
La valutazione delle istituzioni scolastiche è articolata in 4 fasi:
Per quanto riguarda i nuclei di valutazione, il regolamento prevede che siano costituiti da un dirigente tecnico del contingente ispettivo e da due esperti. Le azioni di valutazione avrebbero quale obiettivo di valutare i risultati dell'azione dirigenziale direttamente riconducibili al dirigente scolastico.
Come Gilda degli Insegnanti non possiamo che prendere atto della gravissima forzatura che il ministro tecnico (ex?) Profumo ha fatto portando all’approvazione del Consiglio dei Ministri il regolamento del Sistema di Valutazione Nazionale. Si tratta di un provvedimento che è finalizzato prevalentemente al controllo dei processi legati al’insegnamento con il serio rischio di limitare la autonomia e la libertà di insegnamento in capo ai docenti. Il Sistema di valutazione, predisponendo mediante Invalsi, protocolli di monitoraggio e valutazione sulle scuole costringerà ad un enorme aumento della burocrazia nella scuola costringendo a certificare, giustificare, comunicare le procedure assunte nella pratica dell’insegnamento. I docenti rischiano così di essere oggetto passivo di valutazione anche indiretta di stampo negativo se non predispongono le procedure di verifica standardizzate “proposte” da Invalsi che, tenendo conto degli aspetti econometrici legati alla misurazione delle performance e del cosiddetto “valore aggiunto” pongono al centro della docenza il superamento di test e prove predisposte dall’Invalsi, fatto che pericolosamente spingerà tanti insegnanti a diventare allenatori nei test e non più formatori dei futuri cittadini. L’ideologia iperliberista della misurabilità e della premialità rischia, anche con questo provvedimento, di portare la scuola pubblica nel nostro Paese ad un ulteriore abbassamento dei livelli di preparazione degli studenti. Il paradosso è che altri paesi che hanno seguito tale strada, accortisi dei disastri provocati, stanno ripensando complessivamente il sistema di valutazione riconducendo la scuola e il rapporto docente-discente alla sua naturale centralità
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