Miur e disabili, circolari troppo silenziose Fabiana Gianni Il Fatto Quotidiano, 15.3.2013 Si torna a parlare di alunni con disabilità. Questa volta si sottolinea lo svantaggio ad ampio spettro. A mio parere ci sono dei contenuti ottimi, ma resta il buco nero dell’informazione. Non si parla di come il personale coinvolto debba essere tenuto ad applicare la circolare. E questo è quanto accade nella norma. Purtroppo troppi Circoli didattici rimangono arenati nelle catene delle prassi consolidate. In pochissimi propendono per la novità, l’aggiornamento. Certamente è vero e anche banale affermare che tutto ruota sulle risorse, però è anche vero che la giusta informazione di ognuno semplificherebbe tempi e modi dell’attuazione. Non sarebbe anche questo un risparmio. Vorrei porre qui lo spunto per una riflessione partendo dalla lettura della circolare nr. 08/13, che spiega in soldoni come attuare la direttiva del 27 dicembre u.s. Leggo, rileggo con attenzione, rileggo ancora. Una domanda mi sorge spontanea: siamo certi che tutti gli interessati ne siano stati informati? Sul mio territorio mediamente si è trovato un equilibrio, seppur lontano dal dettato normativo che in pochi conoscono. Forniamo strumenti, consigli, dettati normativi e poi però per avere le ore di sostegno che occorrono si deve presentare ricorso al Tar troppo spesso. Investire risorse, anche consistenti e non solo in termini economici ma anche di impegno mentale, psicologico e di gestione delle famiglie. A volte mi chiedo secondo questa Italia, come dovrebbe lavorare una mamma di un disabile o di un figlio che rientra in questo paniere di classificazioni. Qui si legge di una Nazione che non esiste nel concreto. In moltissimi casi il GLH non si sa neanche cosa sia, la scuola primaria è lì a barcamenarsi concedendo diritti agli alunni come fossero privilegi. Colleghi docenti che non denunciano ai dirigenti le carenze enormi che si riscontrano nelle scuole. Riconosco ciò che di buono si vuole fare, ma perché non prevedere una misura concreta per l’istruzione del personale che poi tali misure deve, anzi dovrebbe, attuarle? Siamo ancora lì ad ascoltare la storia che alcune ore rimangono scoperte, che gli alunni non sempre sono in classe con i compagni con motivazioni allucinanti e lontanissime da quello che è il bene più profondo dell’alunno svantaggiato. Siamo ancora a compatire, giustificare per nascondere una lacerante ignoranza che produce voragini nel tessuto della competenza che i nostri figli dovrebbero acquisire. Orari sistemati, mezzi di trasporto per soli disabili, insegnanti per i soli disabili, tutto ruota sul disabile. Non si è ancora pronti nella stragrandissima maggioranza dei casi a spostare l’asse della preparazione didattica alla classe. Un gruppo composta una serie di diversità che per tramite del collegio docente dovrebbero divenire una amalgama di competenze e di civiltà. Un sogno!!! Siamo a fare i GLH senza ancora sapere chi verbalizza, quando si firma, chi lo conserva e dove , chi deve averlo e in che tempi. Piani individuali cuciti sul singolo estrapolato dal gruppo. La paura folle di non esporsi. L’impossibilità di percepire un fallimento come un normale momento di insuccesso di una persona. Perché non è l’alunno a raggiungere gli obiettivi ma l’insegnante che lo segue. Diciamolo chiaramente! il 99% non crede in loro come ci crediamo noi famiglia che davvero conosciamo i nostri figli. Ben venga questa e le auspicabili future direttivi e circolari, ma quando qualcuno si confronterà con la realtà concreta e prevederà l’obbligo di legge per gli operatore di settori di sapere cosa devono fare da contratto? In questo ambito firmiamo cambiali in bianco. Senza che nessuno si assuma la responsabilità concreta di sapere ciò che il Ministero ha previsto, tanto c’è un Dirigente che risponde a posteriori. Peccato che se e quando risponde , il danno ai nostri figli è stato inflitto ben bene. Nel parlare di alunni svantaggiati si dovrebbe parlare di quelli presunti non svantaggiati e favorire lavori di gruppo e di inclusione. Sarebbe un momento di crescita civile di preziosi contenuti, invece no: meglio pensare a veline e calciatori…è così che un popolo intero si ritrova come noi oggi. Senza cultura e senza inclusione. Chi può resta a galla e chi non può affoga lentamente grazie allo stento del servizio pubblico. Diffondiamo noi genitori questa circolare, magari riusciamo a contenere il danno. |