Scuola, i referendari vogliono
più seggi: "Ne servono 450"

Articolo 33 sabato in piazza per dare il via alla campagna sulla consultazione popolare. In campo da Rodotà al Movimento 5 stelle. Firmato da un grillino il simbolo del fronte del sì

di Silvia Bignami la Repubblica di Bologna, 22.3.2013

Vogliono 450 seggi elettorali, non uno in meno di quelli aperti alle politiche 2013. Il comitato Articolo 33, promotore del referendum consultivo per bloccare i fondi comunali alle materne private, dà il via alla sua maratona elettorale aprendo una polemica con Palazzo d’Accursio, che per la consultazione ha proposto di aprire solo 200 seggi circa, tanti quanti furono nel 1997 al precedente referendum sulla privatizzazione delle farmacie. "Ma allora si votava per tre giorni, stavolta invece si vota solo il 26 maggio. Così si reprimono i diritti dei cittadini" attacca Bruno Moretto, di Articolo 33.

Una partenza di gran carriera per il comitato, che sabato occuperà piazza Maggiore per quattro ore, dalle 15 alle 19, e sul quale mette il suo cappello politico sempre più pesante il Movimento 5 Stelle. È “grillino” persino il logo scelto dai referendari: “Votiamo la scuola pubblica”. Uno slogan che è risultato vittorioso in un concorso di idee lanciato nei giorni scorsi, e che ha visto vincitore Davide Zannoni, consigliere a 5 Stelle delle quartiere San Donato, nella vita Art director di Sicomunca. A sostegno del blocco dei fondi alle materne cattoliche anche Sel. Mentre il Pd è sempre più diviso: da una parte i cattolici, decisi a difendere il milione di euro che ogni anno Palazzo d’Accursio dà alle scuole private convenzionate, e dall’altra via Rivani e la responsabile nazionale scuola Pd Francesca Puglisi, che provano a non gettarsi nella campagna referendaria, per non venire travolti da un risultato che potrebbe veder prevalere le ragioni del comitato promotore. E l’irritazione cresce.

Martedì si è tenuta una riunione tra il sindaco, gli eletti Pd e i presidenti di quartieri, e lunedì sera in via Rivani si prepara un confronto tra la stessa Puglisi e i cattolici Pd, presente anche il segretario Donini. Nel frattempo la battaglia di Articolo 33, presidente onorario Stefano Rodotà, va a caccia di adesioni con un appello nazionale, e se la prende con la giunta, colpevole di limitare il numero dei seggi. Il docente Ignazio Drudi presenta uno studio: "Duecento seggi accolgono in un giorno 600 persone. Così si arriva a un massimo di 120mila presenze". Quindi, "o il Comune si attrezza col voto telematico, cosa che sarebbe a costo zero e sulla quale mi sembrano molto indietro" sottolinea Giorgio Tassinari, Cgil, oppure "riallestiscono tutti i 450 seggi delle politiche". "Farlo costerebbe un milione di euro invece che 500mila" ribatte Valentina Castaldini, Pdl. Ma i referendari si presenteranno all’incontro con la giunta Merola il 3 aprile. Intanto è tutto pronto per la discesa sul Crescentone, domani alle 15. Non ci sarà l’assessore alla Scuola Marilena Pillati: "Ho impegni istituzionali". Una manifestazione che sarà aperta dalla “Banda banditore saltimbanco scalmanato”, e che alternerà Ivano Marescotti a letture sulla scuola pubblica, e a fumettisti e illustratori che inviteranno tutti, bambini compresi, a “colorare” la scuola pubblica. Scuote la testa anche l’assessore al Welfare Amelia Frascaroli: "I referendari devono decidere se essere di lotta o di governo".