I risultati delle iscrizioni alle prime classi degli istituti superiori
Scuola, 1 ragazzo su 2 va al liceo. Più iscrizioni
Ma l'11,9% degli iscritti lascia al primo anno, soprattutto al Sud.
Antonella De Gregorio Il Corriere della Sera, 25.3.2013 Inglese, Internet, impresa. Sembra un richiamo alle «tre I» a cui puntava il governo che vedeva Letizia Moratti ministro dell'Istruzione. E invece è la sintesi delle scelte degli studenti italiani che hanno appena presentato domanda di iscrizione alla scuola secondaria di II grado. Le ha analizzate il ministero dell'Istruzione, dopo aver promosso, per la prima volta, la procedura di iscrizione online. Raccolte e studiate, le 515.807 domande «tracciano un quadro significativo delle prospettive e dei percorsi ritenuti più adeguati per affrontare, con successo, gli scenari futuri di un mondo del lavoro segnato dalla crisi economica», dice il ministero. Nel fare la ricognizione delle iscrizioni, il ministero ha messo in relazione le preferenze dei ragazzi con le caratteristiche del tessuto produttivo delle singole regioni. Un'operazione inedita, che mira a «fare delle statistiche uno strumento di lavoro utile per pianificare le scelte legate ai temi dell'occupazione e dello sviluppo economico del Paese», si legge in una nota. LE SCELTE - Il liceo resta in testa alle preferenze con il 49,1% degli iscritti (+1,7% rispetto all'anno precedente 2012/'13. Al primo posto gli indirizzi scientifici, seguono quelli linguistici. Guadagnano consensi anche gli istituti tecnici (+0,4%) mentre perdono colpi il liceo classico e gli istituti professionali (-2%). Aumentano però (+3,1%) i percorsi di istruzione e formazione professionale organizzati da strutture regionali accreditate, specialmente in Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto e Friuli. Anche chi sceglie una formazione liceale, dunque, punta sul pratico: matematica e lingue la fanno da padrone. I LICEI - L'indirizzo tradizionale dello scientifico, per i licei, resta la scelta più gettonata (il 16,5%, -1,6% rispetto al 2012), ma è l'opzione scienze applicate che fa registrare l'aumento più significativo, passando dal 4,1% al 6,3%. Il linguistico passa dal 7,2% dello scorso anno a quota 8,4%. Fanalino di coda il classico, fermo al 6,1%, in discesa rispetto al 6,6% del 2012. In totale, gli studenti iscritti ai diversi indirizzi liceali sono il 49,1%. TECNICI AVANTI MA PIANO - Gli Istituti tecnici sono stati scelti dal 31,4% dei nuovi iscritti. Di questi, il 12,8% ha preferito il settore economico e il 18,6% il settore tecnologico. Per quanto riguarda gli indirizzi di studio specifici, in crescita quello del Turismo, per il settore economico (3,6%), Chimica, materiali e biotecnologie (2,2%) e Informatica-Telecomunicazioni (4,9%) per il settore tecnologico. PROFESSIONALI - Gli istituti professionali hanno complessivamente raccolto il 19,6% delle preferenze degli studenti. Di questi, il 13,2% ha optato per il settore Industria e Artigianato, mentre il 4,9% i Servizi. Nello specifico, l'indirizzo con la percentuale di scelta più alta è Enogastronomia, ospitalità alberghiera (9%). Ed è proprio questo indirizzo a distinguersi nelle scelte effettuate dagli studenti di alcune regioni del Sud, quali Campania, Puglia e Sicilia. In queste, infatti, il dato registrato dagli istituti professionali è in controtendenza rispetto alla percentuale nazionale, sostenuto proprio dalle scelte verso l'indirizzo «Enogastronomia, ospitalità alberghiera». In Campania questo indirizzo è stato scelto dal 12% degli studenti. In Puglia ha raccolto il 9,7% delle preferenze. Bene anche in Sicilia può contare su un 12,3% delle scelte. IL TERRITORIO - Il Miur ha poi analizzato su base territoriale le percentuali di scelta degli studenti, per valutare la coerenza tra indirizzi di studio e ambiti di specializzazione e dei cluster tecnologici regionali. La coerenza maggiore si ravvisa nelle regioni specializzate in Ict/Tecnologie per Smart Communities: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Calabria. In alcune di queste, le percentuali di scelta per gli indirizzi più attinenti al settore di specializzazione superano la media nazionale del 16,6%, con punte del 19,5% in Veneto, del 19,7 in Piemonte e del 19,3% in Emilia Romagna. Percentuali meno consistenti, ma comunque positive, sono quelle del settore Chimica Verde. In questo caso la media nazionale delle iscrizioni agli indirizzi scolastici coerenti con questa specializzazione è del 4,9%. Una percentuale superata abbondantemente in Umbria (7,5%), Emilia Romagna (7,2), Basilicata e Veneto (6,3%). ABBANDONI - Ma uno spettro si agita sulle scelte degli studenti, soprattutto al Sud, dove aumenta l'abbandono scolastico e la preparazione è sotto la media. Lo dice il Censis, che ha scattato una fotografia della scuola da una diversa angolazione, in occasione della presentazione del progetto «Abbadono scolastico e bullismo: quali rischi fra i giovani», finanziato dal ministero dell'Interno nell'ambito del progetto Pon Sicurezza a Napoli. In Italia l'11,9% degli iscritti al primo anno delle scuole superiori abbandona gli studi. In particolare, in Campania, il tasso di abbandono è del 13,8%, in Sicilia del 14,6%,in Calabria del 6,6%. In Campania il 35,2% dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni non studia e non lavora, e va a gonfiare le fila dei disoccupati di lunga durata, costituendo così una facile preda per l'arruolamento da parte della criminalità organizzata. Si tratta di un dato molto più alto rispetto alla media nazionale (pari al 22,7%) e superiore anche alla media del Sud (31,9%). Se si guarda all'intero quinquennio, in Italia si ha una media del 26% di studenti che non arrivano alla maturità, con punte massime del 30,7% negli istituti tecnici. |