L’intervista
“Idea sconcertante,
serve più tempo per lo studio”
Benedetto Vertecchi, ordinario di Pedagogia
sperimentale all’Università di Roma: “Il punto non è ridurre, ma
ridisegnare il percorso educativo”
di S.I. la Repubblica,
4.3.2013
«SONO contrario a qualunque ipotesi di riduzione, credo anzi che
bisognerebbe aumentare da 13 a 18 anni il percorso scolastico
italiano». Parole di Benedetto Vertecchi, ordinario di Pedagogia
sperimentale alla Facoltà di Scienze della formazione
dell’università Roma Tre.
Cosa ne pensa della «priorità» indicata dal
ministro Profumo?
«Detta così mi lascia parecchio perplesso: tentò qualcosa di simile
alcuni anni fa Berlinguer, ma senza riuscirci».
Perché l’idea non la convince?
«Il problema non è ridurre di un anno il percorso, ma ridisegnare il
sistema educativo italiano».
Ma potrebbe anche accettare una eventuale
riduzione da 13 a 12 anni della scolarizzazione?
«Assolutamente no. Sono contrario a qualunque riduzione perché non è
l’uscita dalla scuola a 18 o 19 anni che risolve il problema. Sarei
anzi per allungare l’intero percorso da 13 a 18 anni, partendo
proprio dal basso».
Ci può spiegare i motivi?
«Nel resto d’Europa le scuole sono aperte tutta la giornata e i
ragazzi restano a scuola molte più ore che in Italia. In tutto il
mondo si fanno laboratori di fisica, biologia, chimica e tanto
altro. In Italia, quelle poche scuole che avevano i laboratori li
hanno distrutti per fare spazio ai computer. Occorre una interazione
tra pensiero e azione che stabilizzi le conoscenze per rilanciare il
sistema scolastico italiano».
Spesso si prende come esempio la Finlandia,
come sono organizzati in quel Paese?
«In Finlandia negli anni Novanta la situazione era disastrosa: i
ragazzi uscivano dalla scuola alle 13 e c’era una percentuale di
suicidi molto elevata. Poi il governo ha studiato la giornata tipo
dei giovani finlandesi e ha capito che doveva farli stare a scuola
più tempo. Sono stati aperti laboratori di ogni sorta — da quello di
cucina a quello di musica — e gli alunni applicavano i contenuti
teorici delle lezioni a situazioni pratiche in un contesto con
regole precise da rispettare».
Con quali risultati?
«La situazione è migliorata fino a raggiungere le migliori
performance scolastiche d’Europa. Ma anche in Francia i ragazzi
restano a scuola molto più tempo che in Italia».