Ocse, la scuola italiana in ritardo sul digitale

Servono più risorse per una maggiore presenza di dotazioni tecnologiche nelle aule.

 La Stampa, 7.3.2013

roma
L’Ocse boccia l’Italia sulle dotazioni multimediali e l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) nella scuola, sulle quali siamo «in ritardo rispetto alla maggioranza dei paesi: nel 2011 solo il 30% degli studenti italiani di terza media utilizzava le Ict come strumento di apprendimento durante le lezioni di scienze, rispetto a una media del 48% in altri Paesi dell’Ocse», dice l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nello studio sul Piano nazionale italiano per la Scuola Digitale, presentato oggi a Roma al Ministero dell’Istruzione.

Secondo l’Ocse il Piano, lanciato nel 2007 dal Miur, «utilizza le sue modestissime risorse finanziarie per attuare una visione realistica e ambiziosa dell’innovazione: le scarse risorse del Piano – sottolinea l’organizzazione – hanno limitato l’efficacia delle sue diverse iniziative. È soprattutto a causa della mancanza di risorse più che di una scarsa domanda da parte delle scuole e degli insegnanti, che la presenza delle dotazioni tecnologiche nelle classi è ancora molto bassa».

Nel suo dossier l’Ocse ricorda che sulle dotazioni multimediali e sulle Ict il Piano italiano per la Scuola Digitale «ha stanziato 30 milioni di euro all’anno per 4 anni, ossia meno dello 0,1% della spesa pubblica per l’istruzione (ovvero meno di 5 euro per studente di scuola primaria e secondaria all’anno). Un aumento significativo delle risorse attraverso finanziamenti pubblici o privati è una condizione necessaria al successo del Piano così com’è attualmente configurato».

«Viste le attuali restrizioni di bilancio, è difficile prevedere un aumento delle risorse, e il rapporto propone di riconsiderare alcuni aspetti del Piano per raggiungere due obiettivi: accelerare l’integrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle scuole e nelle classi; creare una Rete di Laboratori per l’Innovazione in cui alcune scuole pilota sperimentino e concepiscano nuove pratiche didattiche e organizzative per migliorare il sistema scolastico italiano, reindirizzando i progetti di innovazione sull’iniziativa scuol@ 2.0», conclude l’Ocse.