Abilitazioni speciali sì, ma a rate.
E con punteggi inferiori

I corsi riguardano circa 75 mila aspiranti docenti.
Fioccano le contestazioni: condizioni discriminatorie

di Mario D'Adamo ItaliaOggi, 26.3.2013

Il ministro Francesco Profumo ha firmato domenica 24 marzo 2013 il decreto istitutivo del tirocinio formativo attivo, versione speciale riservata a circa settantacinquemila docenti precari con almeno tre anni di servizio prestati dall'anno scolastico 1999/2000 al 2011/2012, che permetterà loro di conseguire l'abilitazione all'insegnamento di cui ora sono privi. Il decreto modifica e integra il regolamento n. 249 del 2010, sulla formazione del personale docente. Il decreto organizzativo si avrà dopo Pasqua. I tanto sospirati corsi abilitanti riservati ai docenti che in questi ultimi anni hanno permesso alle scuole di funzionare stanno dunque per partire, ma le buone notizie si fermano qui, poiché i docenti non potranno partecipare tutti insieme e subito e, una volta conseguita, la loro abilitazione varrà meno di quella rilasciata ai partecipanti ai Tfa ordinari.

Al ministero dell'istruzione non vogliono ripetere l'esperienza di gestire contemporaneamente decine di migliaia di richieste, e così, come ha anticipato venerdì 22 marzo scorso Lucrezia Stellacci, capo dipartimento dell'istruzione, alle organizzazioni sindacali rapidamente convocate il giorno prima, potranno essere indette da qui al 2014/2015 fino a tre tornate di corsi, tra le quali saranno distribuiti gli attuali aspiranti (i tempi di presentazione delle domande sono condizionati a quelli di rilascio del visto di registrazione della corte dei conti).

Per stabilire l'ordine di partecipazione, prima novità, i docenti dovranno sostenere dei test analoghi a quelli propinati ai Tfa ordinari, privi tuttavia del carattere di selettività, e saranno graduati sulla base del punteggio conseguito, da zero a trentacinque. Chi avrà un punteggio più basso parteciperà al corso più lontano nel tempo. Nel caso di discipline con pochi aspiranti sarà possibile concentrare i partecipanti in un unico corso e farlo partire subito. Anche costoro, però, dovranno sottoporsi ai test, il cui esito concorrerà, come per gli altri abilitandi, a formare la valutazione complessiva, aggiungendosi ai punti per le verifiche in itinere dei crediti ottenibili, da 30 a 50, e ai 15 punti della prova finale.

L'abilitazione si consegue con almeno 60/100, ma, seconda novità, varrà meno di quella dei Tfa ordinari, come richiesto dalla settima commissione istruzione della camera dei deputati. Per organizzare la tornata dei test e differenziare il valore dell'abilitazione, il ministro Profumo ha adottato due altri provvedimenti, uno interviene sui tempi e l'altro modifica la tabella relativa ai punteggi allegata al regolamento n. 131 del 2007 sul conferimento delle supplenze. In tempi ordinari i due provvedimenti avrebbero dovuto percorrere lo stesso cammino dei provvedimenti originari, ma i nostri non sono tempi ordinari. Sul primo, infatti, non sono stati acquisiti i pareri di Consiglio di stato, consiglio universitario nazionale, consiglio nazionale degli studenti universitari e commissioni di Camera e Senato, né sul secondo è stato rilasciato il parere obbligatorio del Consiglio di stato. Il ministero sid cie pronto però per dopo Pasqua.

Ci sono seri dubbi che possano essere accolte con favore le ultime novità del ministro Profumo e, e le avvisaglie si sono viste subito leggendo le reazioni fortemente negative, quasi irose, di tutte le organizzazioni sindacali. Le novità determinerebbero danni ai docenti partecipanti ai Tfa speciali, in particolare a quelli che parteciperanno ai corsi successivi al primo e che non potranno utilizzare il punteggio dell'abilitazione per integrare quello di iscrizione nelle graduatorie delle supplenze, l'aggiornamento essendo previsto l'anno prossimo.

Tutti poi subiranno il danno di vedersi accreditati, in sede di revisione della loro posizione nelle graduatorie di seconda fascia, meno punti di quelli attribuiti ai docenti che hanno superato i corsi ordinari, anche se il titolo conseguito è lo stesso e permette gli stessi sbocchi professionali. Non è escluso allora che con i Tfa parta anche l'ennesimo contenzioso giudiziario, giustificato dalla frettolosità dei nuovi provvedimenti e la lesione della par condicio tra docenti che partecipano ai corsi per primi e gli altri, e tra partecipazione ai Tfa speciali e a quelli ordinari. Senza contare le carenze procedurali.