Scuola Quale etica nella scuola 2.0? Marco Barone, xcolpevolex 7.3.2013 L'OCSE ha reso noto nel giudizio (Review of the Italian Strategy for Digital Schools) sul Piano Nazionale Scuola Digitale italiana, che secondo i dati dell’Osservatorio Tecnologico del Miur, aggiornati al 31 agosto 2012 ed elaborati su una rilevazione che ha riguardato l’85% delle scuole di ogniordine e grado, i computer presenti nelle scuole sono: 169.130 nella primaria (1 PC ogni 15 studenti); 150.385 nella secondaria di I grado (1 PC per ogni 11 studenti); 334.079 nella secondaria di II grado (1 PC per ogni 8 studenti). I dispositivi portatili (PC/tablet) in uso individuale agli studenti sono 13.650. Le LIM attualmente installate sono 69.813, per una copertura del 21,6% delle aule scolastiche. Le aule connesse in rete sono circa il 54%, mentre l’82% circa delle scuole possiede una connessione internet. Inoltre, sono attive 416 Cl@ssi 2.0 e 14 Scuole 2.0. Per sviluppare il piano, una volta ultimata la rilevazione, il Ministero ha stipulato il 18 settembre 2012 una serie di accordi operativi con le Regioni, sulla base dei quali sono stati pubblicati avvisi pubblici che avranno termine il prossimo 11 marzo. Grazie a questa iniziativa, a partire dal prossimo anno scolastico, saranno installate nelle scuole altre 4.200 lavagne interattive multimediali (LIM), attivate altre 2.600 Cl@ssi 2.0, 16 Scuole 2.0 e istituiti Centri Scolastici Digitali in 6 regioni. Complessivamente, dunque, lo sviluppo del Piano Nazionale Scuola Digitale consentirà di avere nelle scuole 74.013 LIM, passando dal 21,6% al 23% delle aule coperte da questo nuovo strumento didattico. Allo stesso modo il totale delle Cl@ssi 2.0 salirà a 3mila e quello delle Scuole 2.0 a 30. Il sistema open source è poco diffuso e poco incentivato, eppure sarebbe certamente economico e probabilmente eticamente più consono alla scuola pubblica statale italiana. Ma la realtà è altra storia. E' interessante notare cosa si suggerisce in alcune realtà agli studenti in tema di acquisto di strumenti tecnologici. Per esempio in Lombardia esiste uno spazio internet, sul sito dell'USR , chiamato GenerazioneWeb 1 e 2 e prodotti consigliati. Alla voce Netbook si sottolinea che il Sistema operativo Windows 7 è a nostro avviso consigliabile in quanto: L’installazione linux ha un senso solo se sono presenti nell’Istituto diverse persone che conoscono i sistemi operativi opensource . Installare in un secondo momento la licenza Microsoft ha un costo molto elevato (più di 100 euro). Alla voce Notebook Si consiglia il sistema operativo Microsoft 7 professional per poter inserire i notebook nel “dominio” dell’Istituto; tutto ciò è particolarmente funzionale per poter gestire le repository di contenuti in modo protetto (qualora il server non installi software open source).
Tablet con sistema operativo Apple iOS
Il sistema Apple
è da tutti conosciuto per le sue performances ed esistono un gran
numero di applicazioni per agevolare la realizzazione e fruizione di
lezioni interattive. Spesso queste applicazioni sono tuttavia a
pagamento.Per connettere questi dispositivi ad un videoproiettore si
consiglia di usare un dispositivo che connette ipad con il
proiettore (apple TV) .
Il sistema
operativo Android risulta essere molto intuitivo, ma ad oggi
esistono ancora poche applicazioni valide per il mondo scolastico;
Sono ancora
molto cari e spesso presentano il problema della durata della
batteria. Tre sono i concetti cardine sui quali si basa il “sistema ITEC”: Learning Scenarios, Learning Activities e Learning Stories. E' singolare notare come alla voce Learning Activity si specifica che in questo modo gli studenti possono vedere applicazioni nel mondo reale degli argomenti del curricolo scolastico. La collaborazione con gli esperti avviene prevalentemente attraverso strumenti di comunicazione Web 2.0 come social networks (LinkedIn, Google +, Facebook), VoIP tools, come Skype o Viber. L’attività serve anche per sviluppare abilità nel collaborare ad un progetto comune.
Certo, la
società esistente ha creato una enorme dipendenza da facebook,
Google + e così via dicendo, ove spesso si verificano anche casi di
bullismo virtuale/reale. Ma quanto è corretto “addestrare” gli
studenti, già a partire dal primo ciclo di scuola, all'utilizzo di
questi strumenti?
Questo è il caso
della learning story dove a partire da una di quelle suggerite,
declinandola nella propria disciplina di insegnamento e adattandola
al curricolo, all'età degli studenti coinvolti e alla propria realtà
locale l'insegnante adotterà un nuovo modello di didattica
tecnologica. Una scuola che sarà strettamente connessa ai grandi colossi come google o facebook o apple? Perché la scuola pubblica deve incentivare il 2.0 che altro non è che una immensa operazione volta ad indurre all'utilizzo di piattaforme e tecnologie collegate a realtà economiche chiare? Perché non educare all'utilizzo delle risorse libere? Poi ognuno nella propria vita privata sarà libero di scegliere quale strumento utilizzare, ma la scuola pubblica statale dovrebbe conferire il primo esempio e l'esempio oggi conferito corre nella direzione di microsoft, google, facebook, apple, tutto legittimo ci mancherebbe, ma eticamente quanto è accettabile tutto ciò? |