Un po' di tutto, un po' di niente Francesco Di Lorenzo Fuoriregistro, 9.3.2013 C'è un po' di tutto nelle ultime notizie sulla scuola. La sensazione, però, è che non ci sia niente capace di indicarci la strada, la prospettiva, il cammino, insomma qualcosa che possa dirci 'cosa sarà di noi?'. Lo stallo sembra completo. E le analisi che si susseguono non si spostano da uno strano gioco a ping-pong che non si capisce dove ci porterà. L'atmosfera è di attesa, ma di che cosa? Cosa stiamo attendendo in particolare? La percezione è che nessuno lo sa. Intanto l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) a cui era stato chiesto un parere sul nostro livello di informatizzazione, ha risposto che siamo indietro di qualche anno. La scuola italiana se continua di questo passo, ci metterà ancora quindici anni per raggiungere la scuola inglese, 'dove praticamente l'80% delle classi può usufruire di strumenti didattici informatici'. Insomma, ci è stato risposto che il Piano Nazionale Scuola Digitale, lanciato nel 2007, ha fatto solo piccoli passi avanti. E che la causa di tale lentezza è il budget. Mancano fondi e investimenti sia per attrezzature che per la formazione degli insegnanti. Ora, i tagli noi li conosciamo bene, ma il recupero di tali tagli che nominalmente sarebbero degli sprechi, dove sono? Dove vanno a finire? Questo non si sa. Si sa, invece, che è stato approvato il testo definitivo del regolamento sulla valutazione. A niente sono valse le critiche e le osservazioni provenienti dal mondo della scuola: come era nelle intenzioni della Gelmini e confermato da Profumo, aumenteranno i test per tutti. E a gestire le cose ci saranno nell'ordine: l'Invalsi, Indire e gli ispettori. Il primo istituto si occuperà di testare gli studenti, il secondo della formazione degli insegnanti (che, evidentemente, saranno testati) e gli ispettori? Probabilmente daranno una mano sia agli uni che agli altri. Ma il ministro Profumo non perde tempo, nonostante il governo di cui fa parte sia ampiamente scaduto, e nonostante con tutta evidenza gli elettori non lo abbiano premiato, ha avviato le procedure per un nuovo concorso a cattedre. Come dire, delle critiche me ne frego! Quindi, alla fine, il ministro Profumo ci lascerà due ultimissimi regali: il regolamento sulla valutazione e un nuovo concorso a cattedre. Parecchi di noi, per la verità, di questi omaggi farebbero volentieri a meno. E, come per i regali che superano i cento euro e che sono fuorilegge, preferiremmo rimandarli indietro, rispedirli al mittente. Con tanti ringraziamenti! Si chiama 'Spotted' il nuovo fenomeno che sta dilagando sul Web. È una specie di bacheca virtuale che prende il nome di una singola scuola, di una comunità, di un piccolo gruppo. E su di essa si comunica in forma anonima, scrivendo di tutto in piena libertà: dai commenti velenosi, alle richieste di contatto, per finire con le informazioni. Naturalmente dilaga il gossip, ma è proprio la forma anonima che si presta a questo tipo di comunicazione, 'perché si è liberi di dire quello che si vuole', hanno detto i primi ragazzi che lo usano. Il fenomeno è iniziato negli atenei americani, è stato importato ad inizio anno in Italia nelle università milanesi, adesso sta dilagando nelle scuole superiori. I sociologi interpretano il fenomeno come un normale spostamento di luogo: quello che una volta si scriveva sui muri, ora lo si scrive su una bacheca virtuale. Messaggi anonimi, frasi ingiuriose, dichiarazioni d'amore, c'è posto per tutto: cambia solo il contesto. La voglia di annunci e commenti anonimi è sempre la stessa, anzi forse è aumentata. Il sociologo Fausto Colombo dell'Università Cattolica ha detto che il bisogno di dirsi le cose, l'urgenza comunicativa, colma 'la preoccupazione degli anni che stiamo vivendo, quelli di una società che vive nell'incertezza'. Saranno almeno contenti quelli a cui danno fastidio le scritte sui muri? |