Dirigenti pubblici, arriva il riordino
del sistema di reclutamento

di A.G. La Tecnica della Scuola, 22.3.2013

Dirigenti pubblici, arriva il riordino del sistema di reclutamentoNovità in arrivo anche per la formazione. Ad annunciarlo il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi: l’obiettivo è selezionare i giovani più meritevoli per l`accesso alla carriera. Per la scuola non dovrebbe cambiare molto, anche se dopo le forti polemiche per l’esito dell’ultima tornata selettiva qualcosa di nuovo sul fronte dei concorsi dovremmo aspettarcelo.

Il reclutamento dei dirigenti pubblici è destinato a rinnovarsi, attraverso una selezione più rigorosa e attenta al merito. L’annuncio è arrivato, il 21 marzo, direttamente dal ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi. Il quale, dopo aver parlato di una fase nuova per una pubblica amministrazione di qualità, ha sottolineato che grazie al regolamento di riordino del sistema di reclutamento e formazione e delle scuole pubbliche di formazione "si apre anche un canale che consentirà sempre più di selezionare la migliore classe dirigente del paese".

Il nuovo regolamento "va proprio in questa direzione in quanto viene definito un sistema coordinato per selezionare i giovani più meritevoli per l`accesso alla carriera dirigenziale nella pubblica amministrazione".

Ma in cosa consiste il nuovo piano selettivo dei dirigenti pubblici del futuro? Ogni anno ci sarà un certo numero di posti disponibili per concorsi banditi dalla nuova Sna, Scuola nazionale dell`amministrazione, e dalle altre scuole della pubblica amministrazione.

È stato inoltre definito un meccanismo per definire le esigenze formative dei dipendenti pubblici in modo da utilizzare nella maniera più efficiente le strutture e le competenze delle scuole pubbliche di formazione. "E` un provvedimento che parte dalla spending review ma costituisce una riforma organica dell`intervento pubblico in questo settore", ha concluso il ministro Grilli.

Certo, la futura scelta dei dirigenti scolastici non verrà intaccata più di tanto da questa ventata di novità, relativa agli altri comparti pubblici. Per fare il capo d’istituto dovrebbe infatti permanere l’obbligo, oltre che del possesso della laurea (ma lo stesso vale per gli altri settori della P.A.), di aver svolto almeno un periodo (sempre 5 anni?) di insegnamento. Una richiesta, riguardante il pregresso professionale, che quasi mai viene fatta per accedere ai concorsi degli altri dirigenti.

Di sicuro, però, il regolamento di riordino del sistema di reclutamento e formazione lascerà qualche traccia anche a livello di scuola. Anche perché le forti polemiche conseguenti all’ultima selezione (sia preliminare, sia per lo svolgimento degli scritti) dei presidi, hanno messo a serio rischio la credibilità delle operazioni selettive avviate nell’ottobre del 2011. Ma il cui esito finale rimane ancora in bilico, a seguito dei tanti ricorsi (evidentemente non del tutto infondati…) presentati da un nutrito numero di candidati esclusi.