Test di ingresso al liceo,
il Ministero dice di no

La selezione delle domande deve seguire altri criteri.
Contrari anche sindacati e studenti

 Il Messaggero, 20.2.2013

ROMA È l’ultima tendenza nel mondo delle scuole superiori: i licei che impongono veri e propri test d’ingresso agli studenti di terza media che vogliono iscriversi per l’anno successivo. Il ministero dell’Istruzione però fa sapere di essere assolutamente contrario a questa pratica. Perché la selezione delle domande di iscrizione in esubero rispetto alla capacità di accoglienza della scuola «non deve essere basata su criteri che puntano a scegliere i migliori». Così hanno ribadito ieri fonti ministeriali, sottolineando che « tutti devono essere rappresentati e accolti nella scuola pubblica» e per questo sono state diffuse circolari anche recenti (l’ultima del dicembre scorso) che hanno «raccomandato di scegliere secondo criteri non parziali». E dunque, «pur nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, i criteri di precedenza deliberati dai singoli Consigli di istituto debbono rispondere a principi di ragionevolezza quali, a puro titolo di esempio, quello della vicinanza della residenza dell'alunno alla scuola o quello costituito da particolari impegni lavorativi dei genitori».

IL SORTEGGIO

Da evitare assolutamente anche il metodo dell’estrazione a sorte (adottato talvolta da qualche istituto): può essere utilizzato solo come estrema ratio quando due studenti che chiedono l’iscrizione risultano in parità in base a ogni altro criterio. Sono escluse in tutti i modi comunque le selezioni basate sulle capacità e la preparazione dell’aspirante alunno. Il perché lo ha spiegato ieri il sottosegretario (ed insegnante) Marco Rossi Doria scrivendo sul suo account di Twitter: «Le scuole superiori sono aperte a tutti. Poi servono risorse per farle funzionare meglio. Altro che numero chiuso!».
Anche i sindacati si mobilitano contro i test selettivi adottati da questi (per ora pochi) licei. «Sono una evidente violazione della Costituzione» dice Domenico Pantaleo della Flc Cgil, e aggiunge: «si punta ad una selezione di classe anche nella scuola dell'obbligo». Il sindacato autonomo Gilda parla di «storture dell’autonomia scolastica». Contrari anche gli studenti: «I test sono una follia» dichiara la Rete degli studenti medi. Solo l’Associazione nazionale dei presidi difende questo genere di iniziative, che «non bisogna demonizzare» perché - sostengono i presidi gli altri criteri come quello della vicinanza geografica sono «molto meno razionali».