Prorogatio? No grazie meglio “anticipatio” inviato da Aldo Domenico Ficara da Regolarità e Trasparenza nella Scuola, 9.3.2013 In televisione si sentono nuovi personaggi che sostengono l’ipotesi di mantenere l’attuale governo Monti in prorogatio (ossia con limitatissimi poteri di ordinaria amministrazione, di disbrigo degli affari correnti), e concentrare tutta l’attività legislativa nel nuovo Parlamento, per almeno i prossimi 6-8 mesi. Su Wikipedia si legge che la prorogatio è l'istituto per il quale i titolari degli organi possono continuare ad esercitare le loro funzioni nonostante la scadenza del termine del loro mandato, in attesa della nomina o elezione dei successori. Si tratta di un istituto di antica origine, essendo già conosciuto dal diritto romano, il cui scopo è evitare che il ritardo nel rinnovo di un organo pregiudichi la continuità di funzionamento dello stesso. La Costituzione italiana prevede casi di prorogatio delle Camere e del Presidente della Repubblica. Le Camere, infatti, ai sensi dell'art. 61 della Costituzione, continuano ad esercitare le loro funzioni anche dopo la fine della legislatura, fino all'elezione delle nuove Camere. Nel silenzio della Costituzione si discute in dottrina se durante il periodo di prorogatio le Camere abbiano la pienezza dei loro poteri o debbano limitarsi agli atti di ordinaria amministrazione; possono senz'altro ratificare i decreti legge, essendo la stessa Costituzione a prevedere in questi casi la convocazione delle Camere, ancorché sciolte. La prorogatio delle Camere si distingue dalla loro proroga: mentre la prima opera di diritto, la seconda è l'effetto di un atto delle stesse Camere, adottato con legge, che la Costituzione (art. 60) ammette solo in caso di guerra. Detto questo forse per il bene del Paese, se si sventolano solo concetti di prorogatio, è meglio tornare alle urne, in altre parole è meglio una “ anticipatio “. Per il mondo della scuola l’ipotesi prorogatio vorrebbe dire per i prossimi mesi la conferma della legge Gelmini, la conferma della legge Brunetta, la conferma di tutti i tagli lineari perpetrati in questi ultimi anni al settore dell’istruzione e della ricerca pubblica. Troppe conferme che fanno riflettere su certi comportamenti di immobilismo politico finalizzati esclusivamente ad un interesse su futuri consensi elettorali. |