scuola
Intervista a Luciano Canfora: di Federico Ferraù, il Sussidiario 4.5.2013
«Poiché la scuola dovrebbe essenzialmente far
nascere lo spirito critico, la miglior cosa
sarebbe eliminare l’Invalsi e restituire i suoi
test a chi li ha inventati». A dirlo è Luciano
Canfora, tra i più autorevoli classicisti in
Italia e all’estero, alla quasi-vigilia delle
prove Invalsi. Si comincia alle elementari il 7
maggio (lettura e italiano) e il 10
(matematica), si passa alla scuola media il 14
maggio (italiano, matematica e questionario
studente), si conclude il 16 in seconda
superiore (italiano, matematica e questionario).
Il professore esorta il nuovo ministro ad una
rapida inversione di rotta.
Cancellare la riforma Gelmini, ripristinare il
numero di docenti necessario, rendere le classi
più piccole e più umane, e - se non è utopia -
rendere più dignitoso il salario dei docenti.
La
cosa più ignobile è stata quella di eliminare i
docenti di sostegno, accorpare le classi,
accorpare le scuole, costringendo i presidi ad
andare da una scuola all’altra, quella di cui
sono titolari e quella di cui hanno la reggenza.
Sul piano dei programmi la cosa più irritante è
aver cancellato di fatto sia l’insegnamento
della storia che della geografia nelle classi
fondamentali che una volta si chiamavano quarta
e quinta ginnasio. È stato un provvedimento
stupido perché la geografia è forse la
disciplina più importante per chi non voglia
vivere rinserrato nella sua dimora ma
comprendere il mondo in cui si trova.
Le
prove Invalsi sono una mostruosità, una cosa
senza alcun senso, che può servire se mai a
premiare chi è dotato di un po’ di memoria più
degli altri, non chi ha spirito critico. Poiché
la scuola dovrebbe essenzialmente far nascere lo
spirito critico, la miglior cosa sarebbe
eliminare l’Invalsi e restituire i suoi test a
chi li ha inventati.
Non
c’è solo questo. Il vero problema è il tentativo
di trasformare i cittadini in sudditi, facendo
ciò che è tipico di tutti i sistemi autoritari.
Se io tolgo allo studente che si sta formando in
anni decisivi della sua vita l’abito alla
critica, alla capacità di comprendere e di
studiare storicamente, di distinguere, lo
trasformo in un pappagallo parlante dotato di
memoria e nulla più. Appunto, un suddito, non un
soggetto politico. L’Invalsi e tutta la
quizzologia di cui siamo circondati è lo
strumento per ottenere questo pessimo risultato.
È
l’ennesimo fenomeno demenzial-italiano di chi
arriva in ritardo rispetto ad altri paesi che si
sono liberati di qualcosa che hanno constatato
essere superflua o addirittura controproducente.
Grazie alla Gelmini abbiamo cancellato le
facoltà dicendo che all’estero ci sono solo i
dipartimenti, eccetera. Niente di più falso: ci
sono i dipartimenti ma le facoltà sopravvivono e
sono assolutamente indispensabili. Lo stesso
vale per le valutazioni dei lavori scientifici
in fascia A, fascia B, punti e contropunti. È il
trionfo postumo di Mike Bongiorno, in nome del
cretinismo universale.
Insegnare e imparare. Chi insegna impara mentre
insegna. È così dai tempi di Socrate in avanti. Commenti Invalsi über alles 1 (Vincenzo Pascuzzi)
Anche Giorgio Israel riconosce e conferma
l’invadenza e l’espansionismo dell’Invalsi che
addirittura vorrebbe anticipare, spiazzare,
surrogare il Miur (del resto, mal rappresentato
dagli ultimi ministri) sulle modalità dell’esame
di Stato e anche imporsi, comandare su docenti e
studenti. In tal senso si può interpretare la
recente emanazione del “Manuale per il
somministratore - Invalsi” da intendere come
allusivo e minaccioso "ordine di servizio" per i
docenti, che vengono così degradati da
professionisti a semplici porgitori (quasi a
fattorini, steward, hostess) di fascicoli e poi
contatori di crocette azzeccate! Agli studenti,
l’Invalsi ha invece dedicato un opuscolo di
istruzioni (titolo: Prove INVALSI “Istruzioni
per l’uso”). Una specie di decalogo o catechismo
con 10 domande e altrettante risposte, l’ultima
delle quali richiama - in modo forse minaccioso
e autoritario - agli studenti (?!) che “TUTTE le
scuole devono effettuare le prove perché
obbligatorie per legge”. Ci sarà occasione per
evidenziare altre questioni attinenti l’Invalsi. Invalsi über alles 2 (Vincenzo Pascuzzi) Luciano Canfora ora, ieri Giorgio Israel. Paolo Sestito, per ora, non replica. Aveva minimizzato sui tre giorni di sciopero indetti dai sindacati di base (*): "più rumore che reale consistenza", tradendo però disagio e contraddizione. Infatti, se non c’è consistenza perché obbligare ai test? Perché emanare ordini di servizio trasversali e appena mascherati al di fuori delle vie organizzative normali? Vediamoli. 1°) Il “Manuale per il controllo del materiale - SNV2013” riguarda “pacchi destinati a ciascuna scuola [in cui] si trovano i plichi contenti i fascicoli delle prove”. Sono istruzioni simil-Ikea per il montaggio dei mobili. Non è specificato il destinatario. 2°) Il “Manuale per il somministratore - Invalsi” ordini presumibilmente diretti ai docenti de-professionalizzati. 3°) L’opuscolo “Prove INVALSI - Istruzioni per l’uso” un quasi decalogo o catechismo, con 10 domande e altrettante risposte, amorevolmente indirizzato agli studenti (l’80% dei quali ha meno di 13, 14 anni!). Ai quali però si ricorda severamente che “TUTTE le scuole devono effettuare le prove perché obbligatorie per legge”. 4°) Ai presidi, per tempo, il Commissario straordinario ha inviato dettagliate disposizioni mediante una letterina di sole 8 pagine (prot. n. 12619/16.10,2012). All’appello mancano genitori, Dsga, amministrativi, bidelli.
(*) Cobas, Cub, Unicobas; Flc Cgil ha chiesto di ridiscutere i test Invalsi con il nuovo ministro, con un comunicato timido, platonico-pilatesco, tardivo. |