I prof bocciati vogliono vedere i compiti
Il 90% non ha superato la prova per 36 posti in
regione e chiede chiarimenti. dal Messaggero Veneto 12.5.2013 UDINE. «È l'ennesima umiliazione per noi docenti: non solo siamo precari, ma ci fanno sentire pure impreparati e inadeguati». Le reazioni dei partecipanti al concorso a cattedra alle dichiarazioni rilasciate dai commissari - che in Friuli Venezia Giulia hanno giudicato "ammissibili" alla prova orale solo 29 su oltre 300 aspiranti insegnanti di Italiano, Storia e Geografia della nostra regione – sono di indignazione e rabbia. E in molti stanno richiedendo via mail all'Ufficio scolastico regionale di ricevere l’esito e le motivazioni della bocciatura per valutare se vi sono elementi per fare ricorso (la mail a cui richedere gli atti è lucia.sammartini.go@istruzione.it). Sul gruppo facebook “Studiare per il concorso A043-A050”, che raduna più di mille precari italiani di materie umanistiche, sono comparsi decine di commenti infuocati sull’articolo pubblicato ieri dal Messaggero Veneto: dopo mesi di studio (oltre le discipline oggetto d’esame c’erano da approfondire anche inglese, informatica, legislazione scolastica) e anni di precariato nelle scuole, sentirsi dare dell’ignorante dalla Commissione suona come una vera offesa per l’intera classe docente della regione. «È vergognoso che alla fine trovino queste scuse per giustificare la loro completa inadeguatezza – scrive Ida –, ed è mortificante che siamo stati giudicati sulla base di criteri assolutamente ridicoli per valutare le nostre capacità». «Vorrei capire cosa pretendevano – commenta Nico –, era una prova scritta per insegnare alle medie o per superare un dottorato?». «Non hanno tenuto conto del fatto che con maggiore tempo e soprattutto spazio a disposizione avremmo potuto “argomentare” e “declinare fonti e metodologie”. Sfiderei chiunque a far stare tutto in 20 righe: ci voleva un prestigiatore», ironizza Marcella. Il colpo di grazia è arrivato dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame, quando ha affermato che è il caso di «interrogarsi pure sulla preparazione che fornisce l’università perché le domande a risposta aperta del test (cioè quattro temi da elaborare in due ore e mezza) non erano complicate. Anzi, gli argomenti rappresentavano il pane quotidiano di qualsiasi insegnante». Le università del Friuli Venezia Giulia (pochissimi i non “autoctoni” che lo scorso febbraio hanno partecipato all’esame scritto a Trieste), dunque, non preparerebbero adeguatamente i docenti delle materie umanistiche? Ale è indignato: «In pratica si sostiene che l’intero sistema universitario e scolastico del Friuli è stato, a dir poco, fallimentare, dato che i bocciati per la maggior parte sono stati formati prima nelle scuole e poi nelle università friulane. Se in un qualunque istituto friulano il 90% degli alunni di una classe fosse stato bocciato, la colpa a chi sarebbe stata addossata? Ai professori che non hanno saputo prepararli o agli alunni che sono risultati ignoranti? Le giustificazioni riportate sono di una stupidità tale che non trovo le parole per esprimere tutto il mio disappunto. Inoltre molti dei bocciati sono precari della scuola: questo significa che vi sono dei somari a insegnare nelle classi dei loro figli?». Molti sono anche perplessi sul numero di ammessi all’esame, numero che non copre neppure i posti a disposizione, che sono 36 in tutta la regione. O forse no: «Che faccia tosta – scrive Serena –, ci danno la colpa ma nessuno dice che forse il Miur ha contato proprio su queste bocciature. Perché in realtà tutti questi posti non esistono». |