Test Invalsi/4.
La questione è lo standard

da TuttoscuolaNews, n. 587 20.5.2013

In effetti il problema della partecipazione dei disabili, soprattutto di quelli con disabilità intellettiva, non è nuovo, ed è stato discusso a livello sia internazionale (per le prove Ocse-Pisa e IEA) sia nazionale (prove Invalsi). La decisione, a entrambi i livelli, è stata quella di non considerare i dati relativi ai risultati ottenuti dagli alunni disabili qualora partecipino alle prove.

La partecipazione dunque non è vietata (in Italia la decisione è rimessa al dirigente scolastico), ma la condizione di disabilità deve essere indicata nella maschera elettronica per l’inserimento dei risultati delle prove individuali, e questo comporta automaticamente che dei risultati conseguiti dai disabili non si tenga conto in sede di elaborazione statistica dei dati.

E’ corretto parlare di ‘discriminazione’ in queste condizioni? Il fatto è che i disabili sono per definizione fuori della norma, e per essi il riferimento a uno standard appare improprio, tanto che per ciascuno di essi vengono definiti obiettivi formativi individualizzati, che possono variare anche di molto. La valutazione di sistema stabilisce invece un livello di prestazione di riferimento rispetto al quale si dispongono i risultati delle prove.

Questo livello di prestazione si attesta su un valore medio, che si presume attingibile da tutti gli alunni che sostengono le prove. Le quali, infatti, vengono predisposte e ‘tarate’ su quel livello. Nel caso dei disabili, in particolare di quelli affetti da deficit intellettivi, non avrebbe senso misurare la distanza da quel livello di prestazione. Peraltro il Miur (non l’Invalsi, che è un organo tecnico e ha le sue regole per la valutazione delle prove, spesso condivise a livello internazionale) potrebbe decidere che negli stessi giorni dedicati alle prove nazionali tutti gli alunni non coinvolti nei test Invalsi sostengano prove sulle loro competenze in lettura, matematica e scienze, ma predisposti e valutati dai loro insegnanti alla luce dei PEI individuali. E che durante le eventuali lezioni di preparazione ai test ognuno sia impegnato in vista della prova che affronterà, senza odiose discriminazioni.