La staffetta generazionale Lucio Ficara, ScuolaOggi 10.5.2013 Nel discorso di insediamento di Enrico Letta a capo del governo delle larghe intese è stato fatto un ragionamento condivisibile e di buon senso. In quel discorso è stata usato il termine “staffetta generazionale”, per risolvere due problemi con un solo provvedimento. Infatti la “staffetta generazionale”, darebbe la possibilità al lavoratore anziano, con meno di cinque anni alla pensione, di potere accettare il part time fino alla fine della carriera. Stipendio ridotto ma anche meno ore di lavoro, con possibile compensazione pensionistica sulle ore lasciate part-time. In cambio sulle ore lasciate libere si può assumere con contratto a tempo indeterminato un lavoratore precario, che avrebbe come tutor per l’anno di prova lo stesso lavoratore anziano che ha deciso per la riduzione delle ore settimanali di lavoro. Questa proposta, che ieri è stata lanciata anche per il mondo della scuola, dal Coordinatore nazionale della Gilda insegnanti, Rino Di Meglio durante un’assemblea sindacale a Reggio Calabria, sarà uno degli argomenti di discussione nel ritiro del fine settimana previsto per la squadra di governo. Su questa proposta di buon senso, vista l’eccessiva rigidità della legge Fornero e il problema di reclutamento del personale precario, è già pronto un disegno di legge, che lo stesso Letta condivide pienamente. Il disegno di legge in questione è opera di un ex sindacalista della Cisl, Giorgio Santini, ora nominato senatore del Pd. In questo disegno di legge è previsto, dicono i bene informati, che i contributi pensionistici delle ore lasciate dal lavoratore anziano sarebbero comunque pieni con la differenza pagata dallo Stato. É anche previsto la discrezionalità del lavoratore anziano a richiedere un anticipo dell’ assegno pensionistico, a compensare la decurtazione stipendiale, ma questo assegno sarebbe poi scalato anche ratealmente al momento della pensione vera e propria. Per il momento il disegno di legge è rivolto alle aziende private, ma la Gilda insegnanti lo propone anche per la scuola. Ma quali sarebbero le ricadute di un’operazione del genere? Quali sarebbero i costi per creare circa 100 mila posti part- time o 50mila interi? Una legge di questo tipo applicata al settore della scuola potrebbe produrre ipso-fatto, se l’incentivazione al part-time è reale, circa 140 mila posti part-time. Il costo previsto per il settore scuola sarebbe quantificabile in 1 miliardo di euro l’ anno. L’ostacolo a questo disegno di legge, si chiama ancora una volta, Mef. Infatti il ministro dell’Economia, Saccomanni, ha in questo momento un’altra grossa grana da risolvere, quella di trovare i soldi per garantire il rifinanziamento della cassa integrazione. Il rischio che il testimone della staffetta generazionale rimarrà ancora nelle mani dei lavoratori anziani, è molto alto, e conseguentemente i precari dovranno ancora attendere. |