Bologna, il referendum diventa
un laboratorio politico

da TuttoscuolaNews, n. 586 13.5.2013

Come Tuttoscuola aveva previsto mesi fa, il referendum sul finanziamento delle scuole paritarie bolognesi sta diventando il banco di prova della coerenza e continuità della linea del Pd in materia di parità scolastica (la cui legge istitutiva, n. 62/2000, reca la firma di Luigi Berlinguer), che viene di fatto contestata in radice.

Nell’attuale quadro politico poi, dopo la formazione del governo Letta, il referendum opera anche come un laboratorio di possibili nuovi equilibri nel Pd e nella sinistra italiana. Il 26 maggio la città non dovrà solo decidere se rinnovare la spesa di un milione di euro all’anno erogata dal Comune per finanziare le scuole paritarie. Dovrà scegliere tra la conferma della continuità, di cui si fa interprete il sindaco Pd Merola, alleatosi nella circostanza con il mondo cattolico, la Lega, la Cisl e il Pdl, e una linea alternativa, di rottura con il passato recente (legge 62/2000) e forse anche con quello meno recente (il voto sull’art. 7, la costituzionalizzazione del Concordato, voluta dal Pci di Togliatti nel 1947 come segnale di apertura verso il mondo cattolico).

La battaglia ingaggiata dal Comitato Articolo 33 ha infatti ricevuto l’appoggio di Sel, del Movimento 5 Stelle, della Fiom Cgil e soprattutto quello di Stefano Rodotà, già candidato alla presidenza della Repubblica, al quale guardano una parte dei parlamentari Pd e probabilmente un certo numero di iscritti a questo partito. Quanti? Il referendum di Bologna fungerà da cartina al tornasole degli orientamenti della ‘base’ del Pd, sempre che la percentuale dei votanti sia significativa, per esempio superiore o vicina al 40-50% degli aventi diritto.

In tal caso l’esito della votazione acquisterebbe un significato politico di rilievo nazionale. Il successo dell’opzione A (abolizione del finanziamento) suonerebbe come una sconfessione della linea che ha portato alla rielezione di Napolitano e alla formazione del governo Letta. Se vincesse invece l’opzione B (mantenimento del finanziamento) tale linea - sostenuta localmente dal sindaco Merola e a livello nazionale dalla responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi in un teso confronto TV svoltosi nella trasmissione “Servizio Pubblico” di Santoro - risulterebbe confermata.