I prof dallo psicologo

Pasquale Almirante, La Sicilia 19.5.2013

Un inquietante caso è esploso nei giorni scorsi in un asilo di Roma dove una maestra, con l'accordo della dirigente, avrebbe maltrattato i bambini, persino i disabili, costringendo qualcuno a pulire la pipi col fazzoletto. Aberrante la dichiarazione rilasciata durante l'arresto: metodo pesante ma che funziona. Del caso si occuperà la giustizia, ma sui risvolti c'è da riflettere, perché qualche sociologo, e in modo particolare dall'Osservatorio per l'infanzia, ha immediatamente proposto, per chi vuole insegnare, di avere prima "il via libera" di psicologi clinici e dell'età evolutiva, verifiche psico-attitudinali sia in ingresso e sia annuali per tutti gli insegnanti.

«Una visita psicologica, eseguita da specialisti dovrebbe essere effettuata obbligatoriamente già su chi aspira ad insegnare - dice una esperta - Credo andrebbe introdotto un esame psicologico di idoneità per chi tratta con bambini, da ripetersi nel corso della carriera professionale». Se per un verso è possibile accogliere una richiesta simile, visto che la funzione docente è estremamente delicata, dall'altro occorre dire che lo Stato dovrebbe mettere sul tavolo della spesa somme ingenti per verificare la ponderatezza psicologica di oltre 700mila docenti di ogni ordine e grado. Se poi queste verifiche si effettuassero ogni anno, allora il Miur, o chi per lui, rischierebbe la bancarotta, a parte i tempi, i modi, i luoghi, il personale da impegnare per tali esami psicoattitudinali. È vero che alcune professioni, come la polizia o i piloti d'aereo, sono sottoposti a tali accertamenti, ma è anche vero che per insegnare non sono previsti nemmeno corsi specifici di psicologia e di psicologia dell'età evolutiva, che possono consentire approcci diversi coi ragazzi, soprattutto delle secondarie, di primo e secondo grado i cui prof sono tenuti a sapere la materia e qualche rudimento di didattica.

Tuttavia anche questo proposto "esame", che si assommerebbe ai concorsi, non dovrebbe portare con sé anche un riconoscimento stipendiale? E non si dovrebbe pure prevedere una uscita dalla scuola in età non troppo avanzata, per evitare canizie attempate che deprimono, non solo i docenti, che si devono adeguare, spesso senza riuscirci, ai cambiamenti, ma anche gli alunni che hanno sete e fame di guide aggiornate?