Invalsi speciale ma non per tutti

Fuori disagio sociale, culturale e i disturbi evolutivi

 ItaliaOggi, 7.5.2013

Prima dello svolgimento della rilevazione nazionale degli apprendimenti (classi seconda e quinta della scuola primaria, 7 maggio; prima della secondaria di primo grado, 14 maggio; seconda della secondaria di secondo grado, 16 maggio), l'Invalsi, l'istituto nazionale per la valutazione del sistema scolastico, dirama le istruzioni per consentire la partecipazione anche degli alunni con bisogni educativi speciali, Bes, la nuova categoria di studenti che presentano difficoltà di apprendimento diverse da quelle dei disabili o di coloro che hanno disturbi specifici di apprendimento, Dsa.

Le istruzioni, anche se il titolo del fascicolo diramato lo scorso 23 aprile è intestato solo ai Bes, riguarda anche le altre categorie di studenti con disabilità, e a dire il vero riguarda più questi che i primi. L'Invalsi, infatti, affronta soprattutto i casi degli alunni con disabilità intellettiva, gli ipovedenti o non vedenti, gli alunni con Dsa, i cui disturbi, rivela l'Invalsi, «sono difficilmente riconducibili a una classificazione esaustiva sufficientemente dettagliata». Anche se la legge 170 del 2010, nel riconoscere quest'area di disturbi, li individua dettagliatamente nella dislessia, nella disgrafia, nella disortografia e nella discalculia.

L'area dei bisogni educativi speciali, invece, così come si deduce leggendo direttiva e circolare emanati sull'argomento dal capo dipartimento dell'istruzione Lucrezia Stellacci, interessa lo svantaggio sociale e culturale, i disturbi evolutivi specifici, le difficoltà di alunni appartenenti a culture diverse e derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana. E di questi l'Invalsi non sembra occuparsi né preoccuparsi, forse perché appunto si tratta di una nuova frontiera di difficoltà per lo più solo temporanee. Lo conferma una riedizione del 29 aprile delle istruzioni.

Per venire alle indicazioni vere e proprie, si precisa intanto che i risultati della rilevazione delle prove svolte d agli alunni con disabilità, il termine è generico e vale per tutte le categorie, non verranno fatti rientrare nella elaborazione statistica complessiva, e toccherà comunque al dirigente scolastico la decisione di far loro svolgere la prova, di fargliene svolgere una personalizzata o di non fargliela svolgere per niente.

La valutazione di ogni caso «può essere fatta in modo soddisfacente solo dal dirigente scolastico che conosce esattamente la situazione del singolo studente». Solo lui può trovare il punto di equilibrio tra le necessità proprie di ogni studente disabile con il regolare svolgimento delle prove per tutti gli altri. Se il dirigente decide per la partecipazione di un alunno con disabilità intellettiva, la prova dovrà essere svolta senza possibilità di lettura ad alta voce e senza che l'insegnante di sostegno possa intervenire aiutandolo, perché ciò comprometterebbe la regolarità della prova degli altri studenti. Se si decide di far svolgere la prova in un locale diverso, allora la lettura ad alta voce e la presenza dell'insegnante sono consentite. Agli alunni con disabilità si possono anche concedere fino a trenta minuti in più per concludere la prova. Stesse condizioni per gli alunni ipovedenti o non vedenti, per i quali è anche prevista la possibilità di utilizzare il formato elettronico o quello Braille. Sempre che i formati siano stati richiesti all'Invalsi non oltre il 31 marzo scorso.

Per gli alunni con disturbi specifici di apprendimento, Dsa, è anche previsto il formato audio, che doveva essere richiesto negli stessi tempi degli altri. Relativamente alle classi campione nelle quali è un osservatore esterno a somministrare le prove, bisognerà prevedere, allo scadere del tempo standard, che un docente della scuola gli subentri nella sorveglianza dell'alunno o degli alunni ai quali saranno stati attribuiti tempi più lunghi di svolgimento.

Le scuole che vogliano conoscere i risultati delle prove sostenute d agli alunni con disabilità dovranno farne richiesta all'Invalsi nel momento in cui saranno restituiti quelli di tutti. Solo le scuole, è infine doveroso precisare, possono associare nominativo dell'alunno disabile con il codice attribuito alla sua prova..