Politici e sindacalisti concordi:
Lo sblocco dei contratti della P.A. non basta

da Tuttoscuola, 30.5.2013

Il parere negativo, dato all’unanimità, della commissione Istruzione pubblica del Senato circa il regolamento presentato dal Governo sulla proroga del blocco della contrattazione per tutti i pubblici dipendenti è oggetto in queste ore di molti commenti, da parte di esponenti politici e sindacali.

Della chiosa del presidente della commissione esaminatrice del testo Andrea Marcucci (Pd), abbiamo già detto. Elena Centemero, (Pdl), relatore per la I Commissione dello schema di regolamento sul blocco degli scatti stipendiali nella pubblica amministrazione, nel corso della discussione sul provvedimento spiega che “è necessario sbloccare gli scatti stipendiali per il comparto scuola, come aveva già fatto il governo Berlusconi nel 2011, e aprire una trattativa che inizi il percorso per un nuovo contratto. Sono molte le questioni da risolvere, a cominciare dalla valorizzazione dei docenti, e l'auspicio è che il nuovo accordo si chiuda appena i conti pubblici lo renderanno possibile”.

Soddisfazione viene espressa anche dalla Gilda degli insegnanti esprime “per il parere contrario della commissione  Istruzione del Senato sul blocco del contratto e degli scatti di anzianità".

"Le recenti dichiarazioni del ministro D'Alia, che manifestano le intenzioni del governo di dare il via libera al decreto per la 'proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti'” hanno destato “grande preoccupazione” nel sindacato di guidato da Rino Di Meglio.

"Il blocco di questi ultimi 4 anni, l'ultimo aumento degli stipendi risale al 2009 - prosegue il sindacato - ha impoverito i docenti che hanno visto ridurre il proprio potere d'acquisto di oltre il 15%, aggravando il già significativo divario tra le retribuzioni degli insegnanti italiani e quelle dei loro colleghi europei". "A questo - prosegue la Gilda - si aggiunge la possibilità che il blocco agisca anche sul recupero dello scatto di anzianità del 2012, penalizzando così doppiamente gli insegnanti. Il mancato recupero dello scatto 2012 avrebbe, inoltre, ricadute negative anche sulle pensioni, impedirebbe di fatto a molti docenti di conseguire l'ultimo stipendio tabellare, quello del trentacinquesimo anno, e quindi di percepire il massimo pensionabile".

Il tema del valore delle pensioni progressivamente più basso è oggi anche al centro di un comunicato dell’Anief, che oltre a lamentare l’innalzamento dell’età pensionabile, lancia l’allarme: "Se non si interverrà rapidamente, quello che aspetta i lavoratori più giovani è che dal 2030 le retribuzioni differite saranno più o meno la metà di quelle che si percepivano all'inizio del nuovo secolo. Alcuni esperti di previdenza ci hanno fornito proiezioni ancora più negative, addirittura di un taglio dell'assegno pensionistico pari al 60% rispetto all'ultimo stipendio. L'esito dipenderà anche da fattori economici nazionali ed internazionali non prevedibili. Ma in ogni caso le aspettative più rosee, fornite dai simulatori delle organizzazioni sindacali, collocano la riduzione al 36%".