Maturità, basta con il lassismo
La manica larga nei voti non servirà per
l'università. Correttivo per l'accesso di Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi, 7.5.2013 Da quest'anno si cambia. Gli studenti che faranno i prossimi test per l'accesso alle facoltà a numero chiuso, medicina, odontoiatria, veterinaria e architettura, potranno contare su un bonus per il voto di diploma, disciplinato a livello nazionale. Ma sarà corretto, ovvero «rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dagli studenti che hanno conseguito la maturità nella stessa scuola nell'anno scolastico 2011/2012...I voti di maturità riferiti ai percetili di riferimento sono pubblicati sul sito del ministero entro il 31 maggio 2013». La precisazione spunta all'articolo 10 del decreto sull'accesso alla facoltà a numero chiuso, uno degli ultimi atti (è del 24 aprile scorso) firmati dall'ex ministro dell'istruzione, università e ricerca, Francesco Profumo, prima del passaggio di consegne al successore, Anna Maria Carrozza. Il bonus per la maturità, da 4 a 10 punti (il massimo è pari al 10% del voto finale del test), era stato previsto da Beppe Fioroni e Fabio Mussi nel 2007, ed è rimasto sempre inattuato. La Lega Nord ha duramente attaccato il bonus: penalizzerà gli studenti del Nord. Al ministero spiegano invece che il meccanismo è stato pensato per tutelare i migliori contro ogni lassismo. In pratica, un voto di 100/100 varrà meno in una scuola dove la media è alta rispetto a un'altra dove la media dei voti di diploma è più bassa. L'algoritmo studiato dovrebbe evitare che i ragazzi che frequentano scuole con standard più bassi e voti finali più alti siano insomma favoriti rispetto a quelli che frequentano istituti dove i prof non sono di manica larga. Il correttivo ministeriale dovrebbe così far recuperare il gap che separa il Nord dal Sud, dove i voti di maturità sono in media più alti. Con il paradosso però di istituti di qualità, presenti in tutto il territorio, in cui magari ci sono tanti ragazzi nell'anno di riferimento a primeggiare. Il criterio adottato «alla fine non basta a garantire equilibrio a fronte della disomogeneità di valutazione tra una scuola e l'altra», spiega l'ex capogruppo istruzione al senato della Lega, Mario Pittoni. Intanto il ministero è impegnato nella definizione della nuova macchina, non solo politica ma amministrativa. Nominati i sottosegretari: Gianluca Galletti, ex Udc, assai vicino a Pier Ferdinando Casini, è stato assessore al Bilancio del Comune di Bologna e componente dell'Alta commissione per la riforma della finanza pubblica; Gabriele Toccafondi, pdl, dirigente, è stato membro del consiglio di amministrazione dell'Università di Firenze; confermato Marco Rossi Doria, maestro di strada, in quota Pd. In queste ore dovranno essere decise anche le presidenze delle commissioni istruzione e cultura, in pole Andrea Marcucci al senato e Fioroni alla camera. Per i vertici amministrativi di viale Trastevere è scattato lo spoils system di ogni cambio di governo. Confermato al momento solo il capo di gabinetto Luigi Fiorentino. Dato per certo il cambio dei due capi di dipartimento: Lucrezia Stellacci dovrebbe lasciare per la pensione; Giovanni Biondi è dato verso il nuovo incarico di presidente dell'Indire, l'istituto di ricerca da cui proveniva e la cui procedura di nomina si è conclusa proprio negli ultimi giorni di fine mandato di Profumo. Risulta bloccata invece l'altra procedura, quella di nomina del presidente dell'Invalsi, che vedeva in pole Luciano Modica, ex ds ed ex sottosegretario all'università. C'è chi ha fatto pesare che per guidare l'Invalsi, l'istituto che si occupa della valutazione del sistema scolastico, sarebbe stato opportuno un curriculum meno connotato politicamente. |