Tre sottosegretari Andrea Florit, dal Coordinamento Precari di Venezia 5.5.2013 Nessun viceministro, ma tre sottosegretari al Miur. Il primo, l'unico concretamente in contatto con il mondo scolastico, Marco Rossi Doria, è noto perché riconfermato nello stesso ruolo ricoperto fino al giorno prima nell'uscente governo Monti, con cui aveva condiviso la proposta dell'aumento gratuito di 6 ore dell'orario scolastico dei docenti delle superiori, gli studi di fattibilità del taglio di un anno scolastico alle superiori, nonché la volontà di rilanciare i CFP triennali (operazioni mascherate da "lotta alla dispersione scolastica", ma mirate in realtà a togliere una fetta consistente di alunni ai percorsi quinquennali tecnico-professionali, con notevole risparmio di personale). Il secondo, Gabriele Toccafondi (PdL), firmatario nel 2010 e 2011 di due proposte di legge a favore dei finanziamenti aggiuntivi alle scuole paritarie e di sgravi fiscali per gli iscritti a tali scuole. Il terzo, Gianluca Galletti (UdC), cofirmatario nel 2009 di un'unica proposta di legge sulle responsabilità in edilizia scolastica. Una squadra quindi che rispecchia la mera spartizione dei posti tra i partiti della coalizione di governo, evidente in tutti i ministeri, con cui la neo-ministro Carrozza intende dialogare, iniziando ad occuparsi di università e a partire dal sud Italia. Per il resto, crediamo che assai difficilmente questo governo potrà riuscire ad occuparsi concretamente di miglioramenti nello status dei docenti italiani o nella loro progressione economica, vista la situazione finanziaria del Paese, le reali precedenze amministrative in cui l'esecutivo si trova ad operare e soprattutto l'ottica in cui le forze politiche attualmente al governo si sono mosse negli ultimi decenni in ambito scolastico. Ne è chiara testimonianza il contenuto del DEF (Documento di Economia e Finanza) per il 2013 lasciato in eredità a Letta da Monti (e in discussione ora al Parlamento): "per effetto delle misure di contenimento delle spese di personale", nel 2015 la spesa per l’istruzione (scuola per l’infanzia esclusa) scenderà al 3,6% del PIL (dal 4% del 2010) e calerà addirittura al 3,4% dal 2020. Questo governo quindi non potrà fare altro che perseguire la politica dei tagli di personale scolastico già ben avviata dalla cosiddetta "riforma Gelmini" (nonostante le poco credibili promesse in senso opposto fatte della ministro Carrozza).
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