Referendum scuola, è rottura,
Naldi: "Così Merola caccia Sel"

Dai microfoni di Radio Tau il consigliere regionale vendoliano ipotizza che il sindaco stia andando verso un'allenza stretta coi partiti del centrodestra. E intanto i referendari chiedono di fare chiarezza sul silenzio elettorale

 la Repubblica di Bologna 21.5.2013

Il referendum sui finanziamenti alle scuole paritarie sta lacerando giorno dopo giorno la maggioranza del comune di Bologna. Dopo l'attacco del sindaco Virginio Merola a Sel, e nonostante il confronto chiarificatore atteso per questi giorni, oggi è il consigliere regionale vendoliano Gian Guido Naldi a rinfocolare lo scontro dai microfoni di Radio Tau. Arrivando addirittura a ipotizzare che Merola voglia "buttare fuori Sel dalla giunta". Perché, insiste, "mi pare che si stia ragionando in questi termini". Naldi si chiede se il sindaco "vuole andare all'alleanza stretta coi partiti del centrodestra".

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La campagna elettorale di Merola sul referendum, prosegue, "si sta arricchendo di una impostazione che fino ad ora era stata soltanto della destra. Sta utilizzando parole e idee della destra per sostenere questa campagna elettorale". Il consigliere regionale si riferisce in particolare "all'esaltazione del ruolo della sussidiarietà e del privato che finora non c'era mai stata".

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Prima, ragiona Naldi, "si diceva che le convenzioni con le scuole paritarie erano imposte dai tagli a livello nazionale. Ora invece si sta dicendo che è bello fare così". Inoltre, "sono molto preoccupato degli attacchi quotidiani che Merola rivolge a Sel a tutti i livelli". Questo e le parole che usa per la campagna referendaria "mi fanno sospettare che in realtà abbia in mente altro, e cioè di andare a una svolta nei rapporti politici".

Naldi insiste: "Non so se il sindaco ha intenzione di fare anche qui un governissimo, spero di no".

A stretto giro di 'microfono' gli risponde Benedetto Zacchiroli, anche lui ospite a radio tau. "In certi momenti- attacca- si rischia di parlare più velocemente di quanto si riesca a pensare. Non mi sembra che le parole di Merola siano di destra. I tentativi di governissimo non ci sono, forse Naldi è male informato o qualcuno lo informa male. Se lui viene in consiglio comunale o nelle commissioni si accorgerà molto tranquillamente che prove di governissimo non ci sono, le differenze rimangono".

E mentre al Comune si inaspriscono i conflitti interni, il comitato referendario Articolo 33  chiede a Palazzo d'Accursio di fare chiarezza sul silenzio elettorale alla vigilia del voto e soprattutto nella giornata dedicata alla consultazione.

La diversa interpretazione sul silenzio elettorale era già emersa, tra amministrazione e comitato, sulla festa che i comitati pro B hanno organizzato per sabato in piazza Maggiore. I referendari, però, assicurano che questo è un aspetto secondario: "il vero problema non è tanto il 25, ma il 26", afferma Bruno Moretto per articolo 33. Per dirla con le parole di un altro esponente del comitato, Giorgio Tassinari: il problema "non è la banale festa dei nostri banali avversari". Il punto, sottolineano i referendari, è che se il comune autorizza la festa alla vigilia del voto vuol dire che il silenzio elettorale non c'è: di conseguenza, chiede provocatoriamente Moretto, durante le operazioni di voto "si potranno fare i comizi dentro ai seggi?". Svolgere il referendum senza silenzio elettorale sarebbe una "cosa gravissima e mai successa in Italia", continua Moretto. Per il comitato, la legge 28 del 2000 si applica senza dubbi anche al referendum consultivo che si svolgerà sotto le Due Torri. Tra i vari aspetti che disciplina, "non si capisce perché c'è solo una cosa che non corrisponde" tra quella legge e il regolamento per il referendum, sottolinea Moretto: cioè il silenzio elettorale, che andrebbe assicurato per "garantire la serenità degli elettori" nella loro scelta. Di conseguenza, "chiediamo che venga dichiarato il silenzio elettorale", spiega l'esponente del comitato.

"Se c'è il silenzio elettorale c'è la Polizia municipale a vigilare, in caso contrario- fa notare Moretto- chi lo fa?". Come volontari di articolo 33 "ci stiamo organizzando per essere presenti in tutti i seggi", aggiunge moretto, ma questo riguarda solo la possibilità di essere semplice "osservatori". Nel caso Palazzo d'Accursio dovesse accettare la tesi dei referendari, però, a quel punto un problema sulla festa pro b del 25 si porrebbe. "Si possono trovare tutte le soluzioni per contemperare le esigenze di tutti", dichiara moretto: insomma, "ci si può mettere d'accordo".

Per discutere del silenzio elettorale, i referendari hanno ottenuto un nuovo incontro con Lara Bonfiglioli, segretaria generale del comune e responsabile del procedimento: il faccia a faccia è previsto per il pomeriggio di oggi. Nella richiesta di incontro, il comitato ha chiesto di poter affrontare anche la questione del T-day che cade domenica e quella delle facilitazioni per i cittadini che avranno difficoltà a raggiungere i seggi. C'è poi il problema dei manifesti del comitato che vengono coperti ("è successo anche questo"), ma su questo i referendari sembrano non voler polemizzare: "è una cosa che succede sempre", si limita a dire moretto.