Aridaje Rossi Doria!

 Cosimo De Nitto, ReteScuole, 8.5.2013

Ci mancavano le sue interviste.

Eccole le sue dichiarazioni a Repubblica. Prendiamo qualche “perla”.

Perla 1: «Non sono quiz, sono prove di conoscenza e di intelligenza…”

a) “Non sono un quiz”. Perché non quiz? Definizione di quiz. “Il quiz è una domanda o una serie di domande, in forma verbale o scritta, predisposte allo scopo di saggiare la preparazione o la memoria del candidato al quale vengono poste.” Mai parola fu attribuita in modo così pertinente al significato. Perché Rossi Doria si vergogna di chiamare quiz un quiz? Lui si vergognerebbe se anziché “maestro di strada” lo chiamassero semplicemente professore?

b) “Sono prove di conoscenza e intelligenza”. Se ci sono prove che nella scuola non sono mai mancate agli insegnanti sono quelle finalizzate a verificare la “conoscenza”. Che bisogno c’era del questionario? In appendice ad ogni unità didattica dei manuali scolastici ci sono numerosi questionari di verifica della comprensione e delle “conoscenze” acquisite.

c) “Sono prove di conoscenza e di intelligenza”. Di quale “intelligenza” parla Rossi Doria? Gardner, non da oggi e nemmeno da ieri, è arrivato a definire ben 9 tipi di intelligenze, che giustamente ormai sono per tutti diventate “multiple”.

  1. Intelligenza logico-matematica

  2. Intelligenza linguistica

  3. Intelligenza spaziale

  4. Intelligenza musicale

  5. Intelligenza cinestetica o procedurale

  6. Intelligenza interpersonale

  7. Intelligenza intrapersonale

  8. naturalistica, relativa al riconoscimento e la classificazione di oggetti naturali

  9. esistenziale, che riguarderebbe la capacità di riflettere sulle questioni fondamentali concernenti l'esistenza e più in generale nell'attitudine al ragionamento astratto per categorie concettuali universali.

I quiz INVALSI riguardano solo parti infinitesimali delle prime due forme di intelligenza. E le altre sette? Cosa vuol dire affidare ad un quiz, per quanto ben congegnato sia, la valutazione al contempo degli alunni (eccezionale!), dei docenti (strabiliante!), delle scuole (miracoloso!), del “sistema” (aggettivi esauriti!)???

Perla 2. “I test Invalsi sono criticati da intellettuali che pensano alla centralità del voto in italiano, come nei Sessanta.” Questa francamente confesso che non l’ho capita. “Intellettuali”? Sarebbe più pertinente dire “insegnanti”, quelli che si rifiutano di svolgerle per fondati motivi pedagogici e didattici. Quei numerosissimi e fondati motivi che Rossi Doria perlizza e banalizza con l’espressione “pensano alla centralità del voto in italiano”. Altro che quiz ci vorrebbe per capire la logica e l’aderenza alla realtà di queste affermazioni. Se appena appena va a verificare da dove vengono queste critiche ai quiz INVALSI si accorgerà, per esempio, che nella scuola primaria vengono dagli stessi insegnanti che si sono battuti proprio contro il voto gelminiano. Quel voto alla primaria che lui, il “maestro di strada” prof Rossi Doria si è ben guardato nel precedente governo di togliere. Allora di che parliamo? Che argomenti e che modo di argomentare sono questi?

Perla 3. “A farci capire i punti di forza e di debolezza del nostro sistema.”

Si decida, una buona volta per tutte, Rossi Doria. I quiz INVALSI servono:

a) valutare il “sistema”;

b) valutare gli apprendimenti degli alunni (solo alcune conoscenze e qualche zona di intelligenza linguistico-matematica);

c) valutare i docenti;

d) valutare le scuole;

  • a valutare nello stesso tempo e con lo stesso strumento tutto e tutti? Oppure niente?

Perla 4. “Bisogna pagare meglio maestri e professori, questo è il punto”

a) Questo è il punto “ora”? E’ stato al governo Rossi Doria, non mi risulta, ma forse non sarò informato, che abbia sostenuto feroci lotte nel governo precedente per far aumentare di un solo euro lo stipendio degli insegnanti. Quante volte ha minacciato di dimettersi contro questa suprema ingiustizia?

b) Ma forse pensa che, essendo gli insegnanti noti straccioni che per qualche euro fanno di tutto, compreso le prove INVALSI, basterà qualche spicciolo e le loro proteste d’incanto cesseranno.

Gli insegnanti ringraziano per l’alta considerazione e aspettano con il cappello in mano.