Strappo dell’Invalsi verso il Miur?

da Tuttoscuola, 21.7.2013

La decisa presa di posizione sindacale sulla scuola estiva di formazione dei valutatori Invalsi (Vcamp) e, in particolare, la critica della Cisl-scuola che ha dato l’altolà allo stesso Invalsi e al Miur “per non andare a sbattere”, stanno portando alla luce un’imbarazzante situazione di rapporti critici tra Miur e Invalsi. Anzi, più che di rapporti critici, si potrebbe parlare di assenza di rapporti tra committente (Miur) e commissionario (Invalsi).

Nell’intervento di Scrima (Cisl-scuola) sulla prima scuola estiva per valutatori si adombra l’ipotesi che l’iniziativa sia un atto unilaterale dell’Invalsi che avrebbe operato senza preventiva autorizzazione o accordo con il Ministero.

Una semplice precisazione da parte del Miur avrebbe avuto il valore di una smentita, facendo cadere illazioni e rafforzando il progetto formativo del Vcamp. Ma da viale Trastevere non è uscito alcun comunicato, né una precisazione.

È un silenzio che equivale ad una conferma: l’Invalsi ha bruciato i tempi ed ha dato il via unilateralmente all’applicazione del nuovo Regolamento sul sistema di valutazione, affrancandosi, di fatto, dal Miur, senza attendere la pianificazione degli interventi di attuazione.

Un silenzio-conferma che, implicitamente, fa il paio con un altro ‘strappo’ da parte dell’Invalsi, quando circa tre mesi fa l’istituto di Frascati, alla vigilia delle rilevazioni degli apprendimenti, se ne era uscito con una nota sugli alunni BES (Bisogni Educativi Speciali) che molti avevano giudicato intempestiva (le scuole erano ancora in fase di identificazione e definizione di questi alunni) e per certi aspetti illegittima (assegnava al dirigente scolastico la competenza esclusiva nell’individuazione dei BES, anziché ai consigli di classe, come previsto dalla Direttiva).

Il Miur in quell’occasione aveva taciuto, incassando in silenzio le critiche. Come adesso con i Vcamp.

Ma forse è arrivato il momento di chiarire i ruoli e puntualizzare i rapporti reciproci, prima che la situazione degeneri, oscurando anche la credibilità che l’Invalsi si è costruita in questi anni di qualificata attività nel campo valutativo.