Il ministro Carrozza:
soluzione a breve sui docenti "esodati"

di Eugenio Bruno, Il Sole 24 Ore 10.7.2013

Il Governo è al lavoro per risolvere il problema degli insegnanti che, pur avendo i requisiti, non riescono ad andare in pensione, a causa della cosiddetta "quota 96" introdotta dalla riforma a Fornero. Ad assicurarlo è il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che annuncia soluzioni a breve. Nel dichiarare chiusa l'era dei tagli, la responsabile del Miur promette novità per la valutazione. Mentre sulla ricerca dice: dobbiamo cambiare il modo di finanziarla.

La soluzione al rebus "quota 96"
Intervenendo ai microfoni di Radio Anch'io, Maria Chiara Carrozza rivela che in queste ore si sta lavorando insieme al ministero del Lavoro per trovare una soluzione in tempi brevi al problema dei docenti che non possono andare in pensione a causa della cosiddetta "quota 96" prevista dalla riforma Fornero. «La normativa - ha spiegato la responsabile di viale Trastevere - non ha tenuto conto della specificità della scuola, che lavora per anni scolastici e non per anni solari. Invece bisogna tener conto degli anni scolastici di servizio».

Valutazione più omogenea e meno rigida
Alla vigilia della presentazione dei risultati dei test Invalsi prevista per domani, l'ex rettore della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa si sofferma sul ruolo della valutazione. Sottolineando che bisogna renderla più omogenea e meno rigida. «La valutazione - spiega - non è un punto dato a una persona, ma al suo esame dato in quel particolare contesto». E perciò non può «essere una cosa rigida su cui si basa tutta la sua vita futura». Da qui deriva quello che definisce l'obbligo a lavorare per avere delle prove standard come quelle Invalsi che consentano, migliorandole, di avere una valutazione omogenea su tutto il territorio nazionale».

Il ruolo del bonus maturità
Con gli esami di Stato che si stanno concludendo in tutta Italia, il pensiero del ministro va poi al cosiddetto "bonus maturità", che nei mesi scorsi ha fatto tanto discutere. A tal proposito Maria Chiara Carrozza invita a non considerarlo un "bollino" per gli anni (e gli studi) successivi: «Sono contraria - evidenzia - a utilizzare troppo il voto come determinante per l'accesso ai corsi successivi. Può essere una piccola percentuale che dà una specie di incentivo ad avere voti alti, ma non deve essere un bollino che poi determina percorsi alternativi in cui lo studente viene confinato e da cui non esce più».

Il nodo delle risorse
Nel ripetere quello che il suo partito (il Pd) ha sostenuto in campagna elettorale, il ministro dell'Istruzione giudica chiusa l'era dei tagli per scuola, università e ricerca. Ora bisogna lavorare per rimpinguare le risorse. «Dobbiamo impegnarci per questo - dice Carrozza -. Saccomanni sta lavorando e noi dobbiamo lasciarlo fare. Ci sarà l'opportunità di capire se e come trovare delle risorse, e liberarle per la scuola». Fermo restando che, una volta reperiti, i soldi andranno indirizzati innanzitutto per aggiornare la formazione tecnologica dei docenti.

I finanziamenti alla ricerca
Un pensiero infine è andato al finanziamento della ricerca. Che, a suo dire, va cambiato. Tendendo verso «un sistema finalizzato all'obiettivo e non tanto al processo, al bando, alla selezione del proponente come è adesso». Dopo aver orientato di più le iniziative precedenti sulla parte amministrativa di validità e di rendicontazione e meno sulla gestione della programmazione della ricerca, bisogna ora decidere «dove vogliamo andare e cosa vogliamo fare in questo Paese», è la sua promessa.