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Scuola, riaffermato il diritto al sostegno A seguito di un ricorso collettivo per discriminazione promosso dalla Ledha, il Tribunale civile di Milano ha sancito che assegnare un numero di ore di sostegno inferiore a quelle motivatamente richieste dalle scuole tramite i Pei dei singoli alunni costituisce atto discriminatorio. Il commento di Salvatore Nocera di Salvatore Nocera*, Superabile 22.7.2013 ROMA - Assegnare un numero di ore di sostegno inferiore a quelle motivatamente richieste dalle scuole tramite i Pei dei singoli alunni costituisce atto discriminatorio. Lo ha affermato il Tribunale civile di Milano, a seguito di un ricorso collettivo per discriminazione promosso dalla Ledha di Milano per il quale ha pronunciato un'ordinanza con cui l'Ufficio scolastico regionale della Lombardia e il ministero dell'Istruzione sono stati condannati ad assegnare un numero di ore di sostegno che erano state decurtate a causa dei tagli alla spesa pubblica. Questa decisione consolida un orientamento avviato per la prima volta in Italia dagli avvocati della stessa Ledha nel 2011. "Il giudice, oltre a sanzionare il comportamento del ministero, per evitare possibili ripetizioni delle condotte discriminatorie accertate ha ordinato che, per il prossimo anno scolastico, l'amministrazione fornisca tutte le ore che verranno indicate nel Piano educativo individualizzato per gli alunni che hanno promosso l'azione", aggiunge l'avvocato Livio Neri. È quello che, nel diritto antidiscriminatorio, viene chiamato piano di rimozione: "Ovvero una misura per evitare nel futuro il reiterarsi della discriminazione accertata". La decisione collettiva del Tribunale di Milano consolida ulteriormente una seconda strada da percorrere oltre a quella del ricorso al Tar per ottenere il rispetto del numero delle ore di sostegno secondo le effettive esigenze dei singoli alunni di cui alla Legge 296/2006, articolo 1 comma 605 lettera b. Tale orientamento rigorista potrebbe attenuarsi solo se e solo quando il ministero sarà in condizione di dimostrare con i fatti che la presa in carico del progetto di inclusione scolastica avviene da parte di tutti i docenti curricolari appositamente formati durante gli studi universitari e obbligatoriamente in servizio, "sostenuti" in ciò dai colleghi specializzati per il sostegno didattico. Fino a quando il Miur non si adopererà in tal senso, continuerà a essere condannato non solo dai Tar ma anche dai Tribunali civili per discriminazione.
* responsabile dell'area normativo-giuridica dell'Osservatorio dell'Aipd sull'integrazione scolastica |