La burocrazia che rallenta la Scuola di Pippo Frisone, da ScuolaOggi 13.7.2013 C’era una volta la Scuola statale precaria, brutta e cattiva che però faceva gli organici in primavera e a seguire i trasferimenti del personale. A giugno si facevano le assunzioni in ruolo ed entro il 31 luglio utilizzi, assegnazioni provvisorie e…udite, udite anche le supplenze annuali. Al primo di settembre chi doveva andare in pensione andava in pensione. C’erano l’Aran e i contratti collettivi nazionali e c’erano i contratti integrativi nazionali sulla mobilità e sugli utilizzi. Anche se c’erano anche gli scioperi d’inizio e fine anno, maturità compresa. C’era una forte spinta al decentramento, all’autonomia e alla privatizzazione del rapporto di lavoro. Certo, le grandi aree metropolitane erano quelle che soffrivano di più ed erano sempre in affanno sui grandi numeri. Poi venne il 2008 ed iniziarono i dolori, quelli veri. Tagli agli organici, blocco dei contratti, degli scatti d’anzianità, dei pensionamenti, modifica degli ordinamenti i cui effetti tutt’ora permangono e sono sotto gli occhi di tutti. Una scuola pubblica più povera, con sempre minori risorse finanziarie e di organici. Veniva resa palese e ostentata l’inversione di tendenza. Dal decentramento ad una maggiore centralizzazione, dalla contrattualizzazione del rapporto di lavoro alla sua rilegificazione. Per fare ciò l’ultimo governo Berlusconi, tra le tante altre cose, smantellò col suo Ministro Brunetta quella che era l’architrave del pubblico impiego, cioè il dlgs.165/01, fortemente voluto dal centro-sinistra. Il dlgs.150/09 in attuazione della L.15/09 introdusse nuove norme in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle P.A. Fu la messa all’angolo delle OO.SS. a tutti i livelli, resa ancora più evidente dai mancati rinnovi contrattuali che quella riforma dovevano poi attuare, soprattutto con riguardo alla valorizzazione del merito e dei premi. Nel frattempo tutte le operazioni cruciali nella scuola slittavano di mese in mese. Dal 31 luglio tutte le operazioni riguardanti il personale di ruolo furono riportate al 31 agosto, con la coda delle supplenze che si trascinavano oltre l’avvio del nuovo anno scolastico. E’un ritorno al passato a 360°: dalla riforma degli ordinamenti si consolida un fenomeno come quello degli esuberi, non nuovo al mondo della scuola, ma preoccupante con oltre 7mila unità. Invece di aumentare l’efficacia e l’efficienza della P.A. , la riforma Brunetta, privata degli incentivi contrattuali, ha moltiplicato ritardi e disfunzioni, soprattutto nella scuola. L’art.55,comma 2 del dlgs.150/09 in materia di contrattazione integrativa ha aumentato i controlli, appesantendo l’iter procedurale di almeno 60 giorni. E’ quanto è successo ai contratti sulla mobilità e soprattutto a quello sugli utilizzi negli ultimi tre anni che nella scuola risultano cruciali al suo regolare funzionamento. Ogni ipotesi di accordo sottoscritta dalle OO.SS. col Miur, secondo la norma su richiamata, deve passare al vaglio di altri due Ministeri : quello della Funzione pubblica e quello del Tesoro che hanno un mese di tempo per accertarne le compatibilità economiche e di legge! Così è stato con l’accordo sugli scatti di anzianità che ha tenuto sospesa la contrattazione integrativa dentro le scuole fino a marzo! Così è anche quest’anno con l’accordo sugli utilizzi. Firmato il 13 maggio col Miur , a tutt’oggi, mancano i pareri obbligatori della Funzione pubblica e del Tesoro. E siamo quasi a metà luglio! Il Miur è costretto anche stavolta ad anticipare scadenze e procedure. Il che non eviterà l’addensamento delle operazioni nella gestione del personale. Con l’inevitabile strascico di errori, di ritardi, di scarsa trasparenza e disfunzioni che sono l’esatto contrario di quello che si prefiggeva l’ex Ministro della Funzione pubblica Brunetta con la sua riforma! E’ del tutto evidente che c’è qualcosa che non va. Mettere d’accordo i burocrati d’uno stesso ministero è già impresa non facile. Mettere d’accordo, in tempi ragionevoli, i burocrati di ben tre ministeri, diventa impresa ardua e quasi impossibile ! E’ quanto sta succedendo oggi.! Occorre modificare quelle norme , responsabilizzando di più il Miur. Tre passaggi burocratici Miur-Tesoro-Funzione pubblica sono francamente troppi e un lusso che la scuola non può più permettersi! Si elimini una volta per tutte questa processione burocratica e si lasci il controllo delle compatibilità economiche alla sola Corte dei Conti. Come era prima. E’ giunto il momento di dire basta a questa procedura di controlli e veti incrociati. Un eccesso di burocrazia, una volta in più, rischia di portare la scuola al collasso! |