Presentato il Rapporto Invalsi 2013 di Lara La Gatta La Tecnica della Scuola 11.7.2013 Risultati insoddisfacenti nelle regioni del Mezzogiorno, dove le differenze sono molto marcate anche tra un istituto e l’altro o addirittura tra classi della stessa scuola. Va meglio al Nord, mentre al Centro i risultati tendono a peggiorare nel passaggio dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado. Come già anticipato, è stato presentato oggi il Rapporto Invalsi “Rilevazioni nazionali sugli apprendimenti 2012-13”. Il documento riporta a livello di sistema nazionale e regionale i risultati delle rilevazioni sugli apprendimenti condotte nel maggio e nel giugno 2013. Gli ambiti coinvolti sono l’italiano e la matematica e i gradi scolastici rappresentati sono quelli coinvolti nelle rilevazioni, quindi la II e la V primaria, la I e la III secondaria di primo grado, e la II secondaria di secondo grado.
Il quadro che emerge è decisamente variegato, con evidenti
differenze territoriali. Purtroppo, è confermata la situazione più
svantaggiata del Mezzogiorno, dove i risultati sono meno
soddisfacenti, pur con differenziazioni al suo interno, perché
Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata vanno un po’ meglio delle altre
regioni del sud. Il divario territoriale, come negli anni passati e
così come evidenziato nelle maggiori indagini internazionali sugli
apprendimenti, cresce lungo il corso degli studi. Le regioni
meridionali denotano anche una maggiore variabilità interna dei
propri risultati e, specie nei primi due segmenti (il primario e il
secondario di I grado), questa maggiore variabilità interna si
associa ad una maggiore quota di variabilità tra scuole e tra classi
della stessa scuola. Questo vuol dire in sostanza che non solo le
scuole delle regioni meridionali ottengono risultati in media più
bassi ma anche che le differenze tra un istituto e l’altro sono
maggiori di quanto non accada nelle altre aree dell’Italia. Meglio al nord, dove in seconda superiore gli studenti del Nord-Ovest e del Nord-Est appaiono in vantaggio di una decina di punti rispetto al Centro, di circa 20-30 punti rispetto alle due macro-aree meridionali. |