Alle prove Invalsi si copia?
Sembra proprio di sì

di Pasquale Almirante  La Tecnica della Scuola 11.7.2013

E se si copia a cosa servono le prove? A usare questa pratica truffaldina sarebbero gli studenti di Calabria, Sicilia e Lazio. E inoltre: se i risultati complessivi rispecchiano quelli degli altri anni, perché non si sono colmate le lacune? Forse l’anno venturo? O l’altro ancora?

Niente copioni, altrimenti che senso avrebbe una prova che deve misurare i battiti complessivi del nostro sistema di istruzione? Per intervenire nelle aritmie o nelle brachicardie infatti occorre che la prova sia il più possibile omogenea e che tutti gli elettrodi siano ben collegati e funzionanti, e invece? E invece si scopre che copiare è l’attività che meglio sanno fare i nostri alunni, spalleggiati, bisogna dirlo, con ogni probabilità da chi deve vigilare. È vero che molti docenti sono critici nei confronti del sistema nazionale di valutazione, ma la deontologia professionale dovrebbe imporsi e anche se la pena è ingiusta, Socrate insegna, e pur se iniqua, accettarla.

E durante la sua relazione di oggi, il Commissario Invalsi, sulla base delle sue statistiche, ha individuato dove dorme la lepre della copiatura, e cioè nelle prove per l’esame di terza media. I quelle tane infatti, visto lo spauracchio del voto finale nell’attestato di licenza, si acquatta la povera bestia, mentre le terra della sua frequentazione pare siano quelle del sud e in modo particolare Calabria e Sicilia, un po’ meno in Campania, Puglia e Lazio.

Ma dalle parti dell’Invalsi tuttavia bisogna dire che non ci sono cacciatori di lepri del tutto sprovveduti e allora ecco la minaccia: il prossimo anno provvederemo, “abbiamo in serbo altre novità ma non possiamo svelarle”. L’attesa è dunque alla riapertura delle scuole, quando si avranno i risultati, e allora nulla toglie che ci possa essere la possibilità di individuare le irregolarità e quindi di prendere i provvedimenti del caso che però rimangono, anch’essi, segreti.

La conclusione generale di tanto spreco di forze e di intelligenze è comunque quella, al di là delle copiature, che i gli studenti del Nord ottengono i risultati migliori dei loro colleghi del sud che, come al solito, arrancano. E proprio questo: “come al solito” che fa male. Se infatti il responso Invalsi anno per anno è sempre lo stesso, a cosa serve questo sistema di valutazione? In altri termini, quale cura è stata intrapresa per pareggiare i conti fra sud e nord? Chi si sta prendendo la briga di bloccare le brachicardie meridionalistiche? Se si è scoperta, come avviene anno dopo anno, la tana della lepre meridionale un po’ acciaccata, ci sarà pure qualche cacciatore bene intenzionato a tirarla fuori? O è sufficiente solo l’odore della fiera per tirare avanti?