Bufera sulla scuola estiva per i valutatori Sull'iniziativa Invalsi nessun confronto neanche con il miur di Mario D'Adamo, ItaliaOggi, 30.7.2013 Il commissario straordinario, Paolo Sestito, dell'istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo d'istruzione e formazione, Invalsi, ha deciso che dal 25 agosto al 1° settembre cento tra docenti e dirigenti di tutt'Italia parteciperanno a una scuola estiva di formazione sulla valutazione, purché i dirigenti abbiano non meno di tre anni di ruolo e i docenti cinque, siano stati collaboratori del dirigente, presidi incaricati o titolari di funzioni strumentali e questi e quelli abbiano davanti a sé almeno cinque anni di servizio ancora da svolgere. Allo scopo ha inviato ai direttori regionali dell'istruzione la richiesta di individuare e segnalare complessivamente fino a duecento nominativi, tra i quali scegliere i cento fortunati sulla base dell'esito di una selezione. Le spese di viaggio, vitto e alloggio sono a carico o degli aspiranti corsisti o degli uffici scolastici regionali di provenienza, a discrezione di questi ultimi, mentre quelle di partecipazione alla scuola estiva saranno a carico di Invalsi, eccetto le spese di viaggio, a carico dei corsisti. Ed è subito alzata di scudi da parte delle organizzazioni sindacali, insospettite da tanto zelo e già con il dente avvelenato per l'introduzione in articulo mortis del precedente governo di un sistema di valutazione fortemente criticato. Ma andiamo con ordine. Lo scopo della formazione agostana è riassunto nella nota di richiesta dei nominativi e trae origine e legittimazione, appunto, dal regolamento sul sistema nazionale di valutazione, approvato con decreto del presidente della repubblica n. 80 del 2013 e uscito in gazzetta ufficiale lo stesso 4 luglio, anche se la sua effettiva entrata in vigore è di quindici giorni dopo, 19 luglio. L'Invalsi si deve dotare di esperti in grado di condurre le visite di valutazione esterna previste dal regolamento e di assistere le scuole nei processi di autovalutazione. Quella che si terrà a fine agosto è solo la prima di una serie di attività formative onde permettere a tali esperti la familiarizzazione, sono le parole di Sestito, «con l'individuazione e l'analisi dei processi educativi di una istituzione scolastica, individuandone i punti di forza e di debolezza del servizio offerto». Particolare attenzione, continua il commissario, sarà «posta anche sull'uso del feedback e sulle modalità di supporto che è possibile offrire ad una scuola all'interno di un percorso di autovalutazione». Il tutto attraverso lezioni frontali, tavole rotonde, esercitazioni pratiche e gruppi di lavoro. Gli uffici scolastici regionali e le province autonome di Trento e Bolzano hanno segnalato ciascuna quattro nominativi di docenti e dirigenti, nonché un numero ulteriore, individuato dall'Invalsi nell'allegato 2 alla nota e diverso da regione a regione in proporzione alla consistenza numerica delle scuole di primo e secondo ciclo presenti su ciascun territorio. Con il test del 29 luglio saranno ammessi a frequentare il corso, a prescindere dal profilo, i primi due classificati per ciascuna regione, in tutto quarantadue (due per ciascuna delle diciannove regioni e altri due per ciascuna delle due province autonome), mentre gli altri cinquantadue saranno prelevati dalla graduatoria nazionale, a prescindere dai territori di provenienza e dai profili. Tutto ciò non poteva non passare sotto silenzio e non allarmare le organizzazioni sindacali, che per evitare all'Invalsi «di andare a sbattere», scrive la Cisl scuola di Francesco Scvrima, hanno chiesto l'immediato ritiro della nota, con la Cgil di Mimmo Pantaleo che è arrivata a dichiararla non solo inopportuna e intempestiva ma viziata da illegittimità. Il punto è che il commissario su un argomento così importante come il reclutamento di esperti non ha sentito il bisogno di confrontarsi non solo con le organizzazioni sindacali, ma nemmeno con il livello istituzionale. Insomma, al ministero nessuno sapeva. |