Nuove professioni: da Tuttoscuola, 8.7.2013 Ha fatto notizia, la scorsa settimana, la polemica scatenata dalla offesissima categoria degli avvocati contro il ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri, colpevole di averli accusati di ostacolare il corso della giustizia con comportamenti ‘lobbystici’, ricorrendo cioè ad ogni tipo di espediente e di argomentazione ipercausidica pur di sostenere i loro clienti, e determinando in questo modo un abnorme aumento del contenzioso. In questi ultimi anni il fenomeno ha investito in modo massiccio anche il mondo della scuola. Non c’è ormai atto dell’Amministrazione scolastica che non sia oggetto di qualche ricorso: davanti al TAR, al giudice del lavoro, alla magistratura ordinaria, alla Corte costituzionale. E se c’è un settore professionale che è cresciuto, in tempi di crisi occupazionale e delle professioni, è quello degli avvocati specializzati nella presentazione dei ricorsi ‘scolastici’. Ci sono organizzazioni, come l’Anief, che sono cresciute spostando l’asse della loro azione dal terreno della lotta sindacale classica (contrattazione, assemblee, scioperi, manifestazioni) a quello dei ricorsi. Questi hanno riguardato, in un mondo caratterizzato da grandi numeri come quello della scuola, migliaia se non decine di migliaia di interessati, sommando i casi che hanno coinvolto di volta in volta i concorsi a cattedre e quelli a dirigente scolastico, le graduatorie, i trasferimenti, e ora anche i TFA speciali. Se ciò accade, peraltro, non si deve solo alla vocazione causidica di un Paese che ha il triplo degli avvocati rispetto alla media europea (406 contro 127 ogni 100.000 abitanti): evidentemente si è verificata, negli ultimi anni, una caduta di qualità nella produzione della normativa scolastica a vari livelli, divenuta meno rigorosa e più esposta a ricorsi di vario genere. |