l'iniziativa
«15 e lode» la mappa interattiva
Libri di scuola, anche Amazon nella mischia
Guerra tra librai e grande distribuzione: Il Corriere della Sera 23.7.2013 Estate, tempo di scuola. Tra i genitori e gli studenti più oculati è iniziata con largo anticipo la corsa ad accaparrarsi libri e attrezzature da portare sui banchi a settembre, complici nuove iniziative e una concorrenza sempre più agguerrita. La novità più rilevante è l'operazione lanciata da Amazon, che per spianare alle famiglie il «percorso di guerra» (ricerca, scelta, acquisto con code estenuanti, attesa) dell'acquisto dei nuovi testi scolastici ha lanciato in Italia il servizio «15 e lode». Dal sito (www.adozionilibriscolastici.it) si accede a una mappa interattiva e selezionando progressivamente regione, provincia, comune, istituto, classe e sezione si trovano i testi adottati e consigliati nelle 360mila classi della penisola. Un clic e i libri entrano nel carrello virtuale, con modalità consuete per gli utenti del colosso delle vendite sul web. E, soprattutto, si ricevono a casa (gratis, se l'ordine supera i 19 euro) dopo pochi giorni. Con uno sconto del 15%, applicato sul prezzo di copertina di tutti i libri adottati dalle scuole elementari, medie inferiori e superiori d'Italia, pubbliche e private. GUERRA ALLE CATENE - Un'opportunità in più per le famiglie, che per lo studio dei propri pargoli, all'inizio della scuola mettono a budget almeno 300 euro a studente. Ma l'estate 2013 è anche segnata dalla guerra degli sconti: librai ed editori sul piede di guerra, contro catene di supermercati che dopo aver conquistato il settore «cartoleria» - quaderni, penne e grembiulini - offrono ora libri di scuola a prezzi ridotti. Talvolta andando anche oltre quanto prescritto dalla legge 128 del 2011, che vieta ribassi superiori al 15%.
SCONTI, BUONI, PUNTI - Coop,
Auchan, Pam, Conad: un po' tutti si sono lanciati in un mercato da
650 milioni di euro. Suscitando le ire dei librai che denunciano di
aver perso più di un terzo del loro giro d'affari. Quello che
proprio non va giù alle associazioni di categoria, però, sono gli
sconti «al limite dell'illegalità», che sfruttando la possibilità di
offrire buoni per acquisti successivi (come fanno Pam o Auchan), o
l'accumulo di punti per i programmi fedeltà (Esselunga), o prodotti
omaggio al raggiungimento di determinati tetti di spesa, riescono in
qualche caso ad aggirare l'ostacolo di legge, offrendo lo stesso
prodotto al 20% in meno del prezzo di copertina. «Niente di illecito
se si rimane nell'ambito dello sconto previsto dalla legge Levi -
dice Alfieri
Lorenzon, direttore dell'Associazione
italiana editori -. E poi le autorità comunali hanno gli
strumenti per intervenire e sanzionare, in caso di violazione delle
norme». «UNGHIE SPUNTATE» - Ma se quella dei supermercati è un'azione che talvolta può essere definita «borderline» («ma anche i librai possono adottare politiche di «fidelizzazione dei clienti, pur con messaggi meno aggressivi» - dicono all'Aie), quella del gigante di Seattle, per Lorenzon è l'operazione di un gigante dalle unghie spuntate: «Amazon non può offrire tutto il supporto, i consigli, l'offerta di testi usati di un libraio tradizionale», sostiene. STOP AGLI EBOOK - Piuttosto, gli editori tirano un sospiro di sollievo, in questi giorni, per la battuta d'arresto inferta dal ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza all'evoluzione digitale della scuola. La Carrozza, in un incontro svoltosi settimana scorsa con gli editori, ha appoggiato la tesi che «la scuola non è ancora pronta a una rivoluzione di questo tipo, a causa della mancanza di infrastrutture adeguate a sostenerla». Meglio «prendersi tempo per riesaminare a questione», ha fatto sapere il ministro. Lasciando intendere che il tutto potrebbe essere rinviato alla stagione scolastica 2015/2016, mentre l'ex ministro Francesco Profumo aveva fissato la data dell'ingresso obbligatorio dei libri scolastici digitali al settembre 2014. BOCCIATURA OCSE - Sulla digitalizzazione della scuola l'Ocse ha già bocciato l'Italia: troppo pochi i titoli in formato digitale in commercio (poco più dell'8% del totale). Ottimista il presidente Aie: «Sono 15 anni che gli editori producono in digitale - dice -. Il percorso è avviato, ma non basta la traduzione dei testi in formato digitale. Quello che manca è una politica di progressione e di educazione all'utilizzo delle tecnologie». |