Riforma Province bocciata
dalla Corte Costituzionale

di R.P. La Tecnica della Scuola 3.7.2013

Il provvedimento era contenuto nel DL Salva Italia del dicembre 2011. Adesso bisognerà trovare un altro modo per risparmiare la stessa somma. Nel mirino della Ragioneria dello Stato potrebbero esserci ancora scuola, sanità e pubblico impiego

Secondo una nota di agenzia di poche ore fa la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della riforma delle Province contenuta nel decreto Salva Italia e il loro riordino.

Il provvedimento era contenuto nel DL 201 del 6.12.2011 che era stato poi convertito nella legge 214 del 22.12.2011.

La legge prevedeva una modifica sostanziale degli organi di governo delle province: abolizione della giunta e consiglio provinciale con un massimo di dieci membri.

Inoltre il numero totale delle province (con esclusione di quelle a statuto speciale) veniva ridotto da 86 a 51.

Consistenti i risparmi che ne sarebbero derivati, ma adesso tutto torna in discussione, in quanto la Consulta sostiene che si tratta di materia che non può essere disciplinata con un decreto legge.

Nei prossimi giorni, quando si conoscerà il testo del dispositivo, si potranno capire meglio le ragioni che hanno indotto i giudici costituzionali ad assumere la decisione.

Per intanto bisogna mettere nel conto che i risparmi che si pensava di ottenere con la riduzione delle province dovranno essere ricavati con altri interventi. Il rischio è che a farne le spese siano ancora una volta sanità, pubblico impiego e istruzione.