Non sai l’inglese? Niente sussidio

da Tuttoscuola, 2.7.2013

Capita nel Regno Unito dove gli immigrati residenti sono circa 7 milioni, e 100 mila di loro, disoccupati, rischiano di perdere il sussidio. La ragione è legata alla crisi economica che ha colpito anche la Gran Bretagna.

Come ha riferito il corrispondente del Corriere della Sera da Londra, il premier David Cameron, su proposta di George Osborne, ministro del tesoro inglese, ha incluso nei provvedimenti della sua spending review la riduzione della spesa per i sussidi ai disoccupati. In particolare, i 100 mila immigrati che ne beneficiano dovranno dimostrare una appropriata conoscenza linguistica per continuare a beneficiarne.

Dovranno dimostrare di possedere il livello di competenza linguistica key stage 2, corrispondente al livello di apprendimento di un alunno di nove anni che frequenta il quarto anno di scuola primaria.

Non si tratta di una richiesta da poco che potrebbe determinare una sensibile selezione con l’effetto di produrre i risparmi attesi.

Da noi in Italia la situazione è ben diversa. È previsto anche da noi l’accertamento di competenza linguistica, ma il livello richiesto è meno ambizioso e si ferma all’A2, un livello elementare per il quale si chiede che la persona “comunichi in attività semplici e di abitudine che richiedono un semplice scambio di informazioni su argomenti familiari e comuni. Sappia descrivere in termini semplici aspetti della sua vita, dell’ambiente circostante; sappia esprimere bisogni immediati”.

L’accertamento linguistico da noi non serve per assegnare o confermare un sussidio statale, ma per ottenere il permesso di soggiorno.

Un accertamento che diventa di importanza vitale, più che nel Regno Unito. Se poi l’immigrato è analfabeta (si stima che ve ne siano circa 200 mila in Italia) l’accertamento può segnare il destino di un intero nucleo familiare. In funzione di quell’accertamento finale è necessario potenziare l’attività di preparazione da parte dei Centri per l’istruzione degli Adulti.