Inchiesta sui diplomifici:
esame di maturità con la Guardia di Finanza in aula

Nola, blitz al "Pacioli": ragazzi di tutta Italia in quella scuola.
La prova sarà quasi certamente annullata

di Conchita Sannino, la Repubblica di Napoli 2.7.2013

Falsi su falsi. Non era bastato il blitz di aprile. Così i ragazzi giunti ieri a Nola dal nord o dalla Sardegna per sostenere la prova scritta di maturità nel “diplomificio” più famoso d’Italia, hanno trovato la Finanza ad attenderli. Blitz tra studenti e prof. Nuove perquisizioni disposte dalla Procura di Nola nell’istituto “Luca Pacioli”. I ragazzi hanno svolto, in ritardo, una prova che sarà con ogni probabilità annullata. Ma il vero “esame” è quello che hanno dovuto sostenere, dopo, con le Fiamme gialle. Sentiti come testi, ammettono. «Io? Mai frequentato una lezione».

Occhi bassi. Oppure sguardi sfrontati. Ma le mani, a qualcuno, tremano. «Io, veramente, non ho mai frequentato questo istituto. Non so cosa risulti nel registro. Ma la verità è che sono “sceso” nel napoletano oggi, per “prendermi” il titolo». Un altro: «Io vengo da Aosta, mai messo piede qui, prima». Un altro allievo: «Io vengo da Sassari». Un altro. «Io da Udine». In tutto, tra i banchi, ne contano oltre cinquecento.

Sfilano gli studenti esterni del “Luca Pacioli” di Nola davanti ai detective alla Guardia di Finanza di Torre Annunziata. Alcuni non sono più ragazzini: hanno anche tra i 25 e i 30 anni. Credevano di sostenere, nell’istituto grigio dell’hinterland, solo la “prova scritta”. Invece ieri devono rispondere, da testimoni, alle domande degli inquirenti. Offrendo così, nuovi ed ulteriori riscontri alle ipotesi accusatorie che già sono state avanzate dal pm Cristina Curatoli e dal procuratore capo Paolo Mancuso di Nola, nonché condivise dal gip oltre due mesi fa: associazione per delinquere, falso ideologico e materiale, alterazione e occultamento di atti. Eppure, viene da chiedersi: com’è possibile che fosse stato autorizzato l’esame di Stato in una scuola già gravata da sospetti e accuse così gravi?

Operazione “Maturità”. Le indagini non si erano fermate, dunque, dopo le misure cautelari ed i sequestri che ad aprile avevano colpito gestori, docenti e personale delle scuole parificate di Nola (il “Pacioli” e il “Vittorio Emanuele II”) e di Torre Annunziata (l’“Achille Lauro”) ed avevano spinto ad un lungo rinvio le prove di fine anno. Il colonnello Carmine Virno manda i finanzieri già alle sette tra i banchi del “Pacioli”, in via San Massimo a Nola. Sta per cominciare, dopo l’ok del Ministero, la prova scritta: in netto ritardo sul calendario nazionale a causa dello scandalo. I detective arrivano tra aule ed uffici. Vanno a caccia di atti e registri di classe: e scoprono che alcuni di questi documenti non esistono più. O sono stati distrutti oppure i pochi registri disponibili appaiono incredibilmente vuoti, semplici pagine bianche; o, ancora, falsificati. Con alcuni prof che disconoscono le proprie (presunte) firme.

Intanto, a fine mattinata, dopo aver sostenuto la prova scritta che sarà — quasi certamente — annullata, per gli allievi scatta l’interrogatorio. I racconti dei testimoni confermano la funzione “fittizia” della scuola: il diploma costava tra i 6mila e gli 8mila euro — tutti pagati in “chiaro”, attraverso le rette previste— e zero fatica. Nessuna frequentazione. Proprio come ha raccontato un giovane, poco fa, al “Mattino di Padova”. «Ho pagato 6mila euro. Nel napoletano sapevo che si vendono i diplomi. In fondo, non faccio del male a nessuno». Oltre dieci ore complessive di faccia a faccia, ieri.

C’è chi viene dal Piemonte, dalla Sardegna o dall’Emilia. E sono centinaia. Un vero e proprio “esodo” scolastico dal nord e dalle isole. Tutti conquistati dal “Pacioli”? La verità sarebbe un’altra. E vede tra gli inquisiti anche personaggi in odore di camorra: come l’ex consigliere regionale Roberto Conte, alle spalle una condanna in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa con il clan Misso del rione Sanità. Conte avrebbe fatto assumere 18 persone alla “Achille Lauro”, un’altra scuola dove si pagava per avere “la carta”. Operazioni che avrebbero goduto di complicità: come dimostrerebbe l’arresto di Silvestro Sannino, ispettore dell’Ufficio scolastico regionale.

L’indagine era partita con gli arresti della Procura di Torre Annunziata, poi trasferita alla Procura di Nola per competenza. Alcuni degli indagati, come i docenti De Angelis, D’Ascoli e Sepe (difesi dagli avvocati Mario Papa, Luciano Pesce ed Enzo Napolitano) hanno invece ottenuto l’affievolimento del divieto di dimora. Ma le sorprese, probabilmente, non sono finite.