Stabilizzazione dei precari
a costo zero? Dubbi legittimi

da Tuttoscuola, 23.7.2013

Il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Gianpiero D'Alia, in una intervista al Mattino ha dichiarato che la stabilizzazione dei 250 mila precari in servizio nelle Pubbliche Amministrazioni (130 mila nel comparto scuola) può avvenire a costo zero, perché in generale si tratta di persone che già lavorano per amministrazioni pubbliche la cui conferma potrebbe avvenire senza oneri aggiuntivi.

Le parole del ministro sono musica per le orecchie del personale precario della scuola, ma è lecito dubitare che si possano tradurre in realtà in modo così semplice come farebbe intendere D’Alia.

A parte il fatto che sarebbe ben strano che questa soluzione – l’uovo di Colombo per risolvere il precariato nella scuola – non sia venuta in mente ad altri ministri che sarebbero stati ben lieti di fregiarsi della medaglia al merito per avere risolto l’annoso problema del precariato, basta fare due conti per capire che il costo zero è un’illusione.

E, parlando di ‘costo zero’, ci limitiamo a parlare dell’immediata applicazione, perché, dopo un anno dalla immissione in ruolo, i docenti precari hanno diritto alla ricostruzione di carriera con effetti di maggiorazione degli stipendi.

Nella scuola vi sono due tipologie di precari: quelli con contratto annuale (retribuiti per 12 mensilità) e quelli con contratto fino al termine delle attività didattiche (10 mensilità).

Grosso modo quei 130 mila precari della scuola sono così suddivisi: massimo 30 mila con contratto annuale e i restanti 100 mila con contratto temporaneo.

I primi costano come un docente di ruolo con retribuzione iniziale (costo zero), i secondi no.

Per i 100 mila docenti a termine i due mesi di mancata retribuzione estiva costano un sesto della retribuzione iniziale.

Stimata in 30 mila lordi la retribuzione media iniziale, per ciascuno dei 100 mila i due mesi estivi oggi non retribuiti valgono circa 5 mila euro. Per la stabilizzazione dei 100 mila lo Stato dovrebbe pagare, quindi, 500 milioni annui più gli oneri riflessi. Altro che costo zero!