Tfa speciali, ordinari e concorso scuola:
pubblicazione decreto Gazzetta,
in attesa date prove orali

Dottor Tecnologia 25.6.2013

Le speranze dei docenti sulle novità “ a breve “ circa l’inizio dei TFA speciali nei giorni scorsi, sono state smorzate dalla dichiarazione del Ministro Giovannini di circa due settimane fa con la quale rinviava a settembre la definizione della questione. Ad oggi, infatti, alcuna pubblicazione è stata resa nella Gazzetta Ufficiale e alcuna novità trapela neanche informalmente. Intanto stanno volgendo al termine i TFA ordinari con non poche difficoltà e anch’essi in ritardo sui tempi inizialmente previsti.

A questa tipologia di tirocinio formativo sono stati ammessi coloro che sono già in possesso di un titolo di studio, mentre per i TFA speciali possono anche valere alcuni requisiti di servizio. Per i TFA ordinari inoltre il numero dei possibili frequentanti è regolato e stabilito in base al D.M.249/10, il quale dovrebbe essere modificato per la previsione del 30% in più dei posti necessari per integrare tutti i posti per i corsi di istruzione e di formazione professionale delle regioni e per permetter anche una possibilità alle scuole paritarie.

Diverso è per i TFA speciali che invece ogni anno attendono la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale delle modalità di accesso al corso ma non danno certezza dell’inizio corso e dei test per l’accesso agli stessi.

Il ruolo del Ministero è primario per questo step, ma ad oggi per quel che riguarda i TFA 2013 nulla si sa circa il loro destino. Le previsioni dell’ex Ministro Profumo non sono andate a buon fine per quel che concerne i tempi dei corsi instaurati e programmati per la scuola. A parte questa problematica dei TFA non dobbiamo dimenticare che è ancora in corso la sessione degli orali per il concorsone della scuola pubblica, partito poco meno di un anno fa, e che avrebbe già dovuto avere i nominativi dei vincitori e quindi i nomi degli insegnanti che da settembre in via graduale avrebbero dovuto coprire i circa 11.000 posti, precisamente 11.542, a cattedra come insegnante di ruolo per le materie per cui tale concorso si è affrontato.

I ritardi però sono dettati dal rifiuto di altri docenti oggetto di nomina come commissario per esaminare i candidati che sono arrivati fino a tele punto, rifiuto dettato dall’esiguo compenso economico che il MIUR ha previsto per i componenti delle commissioni esaminatrici, in cambio di un impegno non da poco. Basti pensare che per accelerare i tempi, ogni commissario avrebbe anche dei giorni festivi impegnati, in via eccezionale, ma senza riconoscimento idoneo.

Per far meglio rendere conto di quello che è il trattamento economico riservato ad ogni commissario, riferiamo di una professoressa della città di Palermo, la quale ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto e denunciare pubblicamente che la sua eventuale partecipazione alla commissione di latino  era stata richiesta dall’Ufficio scolastico regionale “per spirito di sevizio”.

La professoressa in questione aveva rifiutato la nomina perché il compenso per il commissario per ogni candidato esaminato è di appena €0,50!! Questa somma che appare fuori senso, secondo il MIUR, tiene conto della probabilità che spesso dei candidati insoddisfatti o delusi dell’esito ricorrono all’autorità competente per far valere le proprie ragioni. Il vero problema è comprendere cosa si debba intendere per “spirito di servizio”. L’impegno dei commissari è anche sinonimo di responsabilità pagata meno di un euro a candidato, che viene esaminato da un soggetto che ha fatto dell’insegnamento la sua scelta di vita. Il che sa tanto di denigrazione della professione del docente chiamato in commissione esame. Di qui il rifiuto della professoressa di Palermo, cui è seguito anche quello di altri colleghi. Per tale motivo, le commissioni hanno difficoltà di comporsi e gli uffici regionali scolastici sono costretti a comunicare i rinvii delle prove orali.

Il danno maggiore ovviamente è dei candidati che sono in ansia continua, che sanno una data ma poi la stessa viene rinviata per le problematiche anzidette e quindi ci sono comunque 11.542 soggetti che non potranno, come stabilito nel bando, prendere possesso della cattedra cui potrebbero essere destinati in quanto vincitori a partire da settembre 2013.

Il danno a sua volta si ripercuote sugli studenti che ricevono una preparazione discontinua e superficiale per i continui ricambi delle varie docenze e sui genitori di q
La soluzione?

Questi ragazzi che, vuoi per disagio scolastico, vuoi per poca maturità a comprendere che comunque studiare serve a loro stessi e non alla scuola, si trovano a dover supplire le lacune di una scuola e di un sistema di insegnamento che non funziona e che peggiora sempre più.

Mandare i ragazzi ad un dopo scuola privatamente, sostenendo spese che potrebbero essere evitate se il sistema statale funzionasse se non perfettamente, almeno decentemente.