Piano per l'inclusività: di R.P. La Tecnica della Scuola 28.6.2013 Con una nota del 27 giugno il Miur fornisce alcuni chiarimenti sulla controversa questione del Piano annuale per l'inclusione. Verrà anche creata una banca dati nazionale delle migliori pratiche E’ arrivata in tempi rapidissimi la nota ministeriale i chiarimento sulla questione dei BES e del Piano annuale per l’inclusività. In pratica 24 ore dopo l’incontro con i sindacati il Ministero ha diramato una nota con cui si precisa il PAI (nuova sigla con la quale le scuole dovranno fare i conti) è parte integrante del POF e “non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola per tutti e per ciascuno”. Il Ministero sottolinea anche che il “il PAI non va interpretato come un “piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali”, ad integrazione del POF (in questo caso più che di un “piano per l’inclusione” si tratterebbe di un “piano per gli inclusi”)”. Il PAI, insomma, non è quindi un “documento” per chi ha bisogni educativi speciali, ma “è lo strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, è lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, le linee guida per un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie”. Il Miur annuncia anche che verrà creata una banca dati nazionale con le migliori pratiche e quindi invita tutti gli USR a trasmettere i materiali più significativi prodotti a livello locale. Per quanto riguarda invece i tempi per l’elaborazione e l’adozione del Piano viene lasciata libertà di azione e quindi ciascun Ufficio regionale potrà definire il proprio scadenzario tenendo conto delle esigenze del territorio. |