Occorre un curricolo verticale Per consentire ai giovani di conseguire le competenze di cittadinanza di Maurizio Tiriticco, ItaliaOggi, 18.6.2013 Com’è noto, l’obbligo di istruzione decennale è stato istituito nel nostro Paese solo alla fine del 2006, in seguito a una scelta del governo di centro-sinistra, con la legge finanziaria relativa al 2007. Il decreto applicativo è del medesimo anno (dm 139/07) e il modello di certificazione, estremamente necessario per dare gambe e corpo all’innovazione, è stato varato ben tre anni dopo (dm 9/10), con il governo di centro-destra. Va, comunque, ricordato che, in effetti, l’obbligo non termina a 16 anni in quanto, a norma di quanto sancito dall’articolo 2, comma 2 della legge 53/03 (alias “riforma Moratti”, governo di centro-destra), “è assicurato a tutti il diritto all’istruzione e alla formazione per almeno 12 anni o, comunque, sino al compimento di una qualifica entro il 18° anno di età”. Come spesso avviene nel nostro Paese, l’eccesso della norma non corrisponde poi alla normalità dei fatti, per cui possiamo dire che, per quanto riguarda l’adempimento dell’obbligo di istruzione, la prevista certificazione delle competenze in moltissimi casi è solo un’operazione formale e, per quanto riguarda il diritto/dovere all’istruzione, è noto che sono migliaia i giovani che non posseggono alcun titolo di studio oltre il diploma di licenza media che, com’è noto, dopo l’innalzamento dell’obbligo, di fatto non ha più alcun valore formale. Va anche detto che il Parlamento europeo e il Consiglio hanno provveduto, con una Raccomandazione del 23 aprile 2008, a definire un Quadro Europeo delle Qualifiche – EQF, European Qualifications Framework – scandite in otto livelli, e ciascun Paese membro avrebbe dovuto dichiarare a quali livelli corrispondessero i propri titoli di studio. Il che avrebbe reso più facile la circolazione dei titoli, e ovviamente degli studenti e dei lavoratori, all’interno dell’UE. Il nostro Governo ha assunto le sue decisioni in merito all’EQF con notevole ritardo, con un provvedimento del 20 dicembre 2012. Si veda al proposito l’“Accordo sulla referenziazione del sistema italiano delle qualificazioni al Quadro Europeo delle Qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF), di cui alla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008”. Da tale accordo risulta che il titolo della nostra scuola media corrisponde al primo livello europeo e la certificazione dell’obbligo decennale al secondo. Va anche considerato che ormai in ambito europeo la conclusione di ogni ciclo di studio è scandita in conoscenze, abilità e competenze. Per quanto riguarda la conclusione del primo ciclo italiano, gli esiti di apprendimento indicati dall’Unione europea sono i seguenti: conoscenze generali di base; abilità di base necessarie per svolgere mansioni o compiti semplici; competenze, lavorare o studiare sotto supervisione diretta in un contesto strutturato. Ovviamente l’attività lavorativa non interessa il nostro quattordicenne, in quanto la norma prescrive che l’accesso al mondo del lavoro è possibile solo dopo aver assolto l’obbligo di istruzione, dopo i 16 anni di età, o dopo i 15, se si accede all’apprendistato di primo livello. Per quanto riguarda il conseguimento dell’obbligo di istruzione decennale, gli esiti di apprendimento indicati dall’Unione europea sono i seguenti: conoscenze pratiche di base in un ambito di lavoro e di studio; abilità cognitive e pratiche di base necessarie per utilizzare le informazioni rilevanti al fine di svolgere compiti e risolvere problemi di routine, utilizzando regole e strumenti semplici; competenze, lavorare o studiare sotto supervisione diretta con una certa autonomia. Da quanto detto, emerge che nella nostra scuola la progettazione di un curricolo verticale decennale che proceda dal primo ciclo (se non dalla stessa scuola per l’infanzia) alla conclusione del biennio obbligatorio non è sempre agevole, almeno per due motivi: a) la cesura tra il primo e il secondo ciclo è sottolineata da un esame di Stato di dubbia legittimità; non ha senso un esame che non conclude un percorso di studi effettivo e che resta in vita solo perché l’articolo 33 della Costituzione prevede che al termine di ciascun ciclo di studi vi sia un esame di Stato; occorre anche considerare che l’effettivo primo ciclo oggi è decennale; b) una certificazione dell’obbligo decennale è in larga misura vanificata, almeno per due motivi: 1) il biennio non è mai percepito come “unitario” e conclusivo di un percorso, come prevede il dm 139/07, ma come “propedeutico” a un successivo e specifico triennio; 2) le competenze di cittadinanza funzionali all’apprendimento permanente, di cui al citato EQF, sono di fatto ignorate dal dm 139/07, istitutivo dell’obbligo di istruzione decennale (figurano in parentesi come un ingombrante accessorio!!!), per cedere il posto a quattro assi culturali pluridisciplinari, pur necessari, ovviamente. Da quanto detto, ci si attende che in un prossimo futuro venga adottato un provvedimento che si muova in verticale e in orizzontale, se si può dire così: a) in verticale, perché si decida che un percorso obbligatorio decennale non può non avere una sua continuità didattica, pur nel pieno rispetto dei diversi livelli di maturazione che vanno dall’infanzia alla preadolescenza e all’adolescenza (ma queste sono questioni pedagogico-didattiche, non ordinamentali!); b) in orizzontale perché nell’ultimo biennio obbligatorio “l’equivalenza formativa di tutti i percorsi” – come si legge all’articolo 2 del dm 139/07 – sia effettivamente garantita. A queste condizioni, un effettivo curricolo verticale, continuo e progressivo sarebbe quindi possibile, anche perché permetterebbe ai nostri giovani “obbligati” di conseguire competenze di cittadinanza finalizzate anche e soprattutto a un apprendimento permanente da condurre in un concorso civile e culturale con i giovani europei. Il che permetterebbe al nostro Sistema di istruzione di compiere quel necessario salto di qualità che è nell’auspicio di tutti. |