“Leggere, scrivere, far di conto”/2:
la storia della perenne avarizia verso la scuola

da TuttoscuolaNews, n. 589 3.6.2013

Una lettura e una visita, quelle di “Leggere, scrivere, far di conto”, che meritano indubbiamente di essere gustate a pieno, anche perché precedute da una ricca e affascinante prefazione curata da Gian Antonio Stella che, a sua volta, ha voluto un titolo curioso e invitante: “Storie di maestri, scolari, zoccoli e mosconi”.

Stella apre la prefazione raccontando come il maestro di scuola Giovanni Mosca si impossessò degli alunni della sua prima classe abbattendo con la fionda un insetto. Per chi non conosce quell’episodio lasciamo il gusto della scoperta nella lettura.

L’aula di quel primo giorno di scuola del giovane maestro Mosca in cui si svolse quella piccola grande avventura umana e didattica era uguale nei banchi, nella lavagna, nel calamaio e nella carta geografica e nel mappamondo e proprio in tutto - compresa quella specie di «trinità fascista» rappresentata nei ritratti alla parete con il Papa Pio XI, il re Vittorio Emanuele III e al centro il Duce - a quella esposta nella mostra «Leggere, scrivere, far di conto...» sulla storia della scuola italiana.

Un’esposizione straordinaria. Dovuta all’amore di un antiquario, Egidio Guidolin, che da decenni raccoglie pezzo su pezzo le memorie delle nostre Elementari dall’inizio dell’800, ma in particolare dall’Unità d’Italia al Secondo dopoguerra.

Un secolo e mezzo di vicende patrie, di lotta all’analfabetismo (che al censimento del 1861 era intorno al 78%), di conquiste coloniali, di rapporti con i Savoia, di indottrinamento fascista pianificato in ogni dettaglio. Non c’è un solo pezzo, nella collezione preziosa ed emozionante di Guidolin, che non aiuti a ricostruire l’intera nostra storia.

Osserva ancora Stella: nella povertà e nel benessere e di nuovo nella crisi c’è un filo rosso che unisce tutto: la perenne avarizia verso la scuola.

L’unica consolazione, per i maestri di oggi, è che almeno non sono più chiamati a eroismi come quelli richiesti ai loro predecessori.
 

Per informazioni: tel e fax 041 4266871.